Giovani

Suicidi tra i giovani, tra le cause anche le droghe leggere. Attenti a parlare di legalizzazione…

tristezza

di Gabriele Soliani

Il suicidio è la seconda causa di morte fra i giovani di età compresa fra i 15 e 29 anni, dopo gli incidenti stradali. Lo dice l’Oms e uno studio aggiunge che la correlazione tra pensieri suicidari e uso di droghe leggere è altissima. I genitori chiedono aiuto alla Scuola, alla Chiesa, ma chi può fare davvero qualcosa?

I numeri divulgati dall’Organizzazione mondiale della sanità in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio (11 settembre) portano tristezza. Il suicidio è la seconda causa di morte fra i giovani di età compresa fra i 15 e 29 anni, dopo gli incidenti stradali.

A sottolineare il ruolo delle droghe leggere nell’incremento del rischio di suicidio è invece il mondo della psichiatria: un recente studio apparso su Jama Psichiatry mostra come fra gli utilizzatori di spinelli, il rischio di depressione cresca del 37%, mentre la probabilità di pensieri suicidari aumenta del 50%, con il rischio di suicidio che aumenta di tre volte e mezzo.
Si tratta della seconda causa di morte fra giovani e giovanissimi (al secondo posto per le ragazze fra 15 e 19 anni, al terzo per i maschi della stessa età): il suicidio è divenuto un problema al quale diversi Paesi hanno tentato di porre rimedio attraverso strategie di prevenzione, aumentate a 5 anni dalla pubblicazione del primo rapporto globale Oms.

Tuttavia, il numero di Stati con programmi efficaci sono solo 38. «Nonostante i progressi, una persona muore ancora ogni 40 secondi per suicidio – ha dichiarato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Chiediamo a tutti i Paesi di integrare strategie comprovate di prevenzione del suicidio nei programmi nazionali di educazione sanitaria». Il tasso suicidario globale nel 2016 si attestava attorno ai 10,5 casi ogni 100mila individui, tasso con ampie variazioni geografiche. Si stima che il 79% dei sucidi globali si sia verificato in Paesi a medio e basso reddito, sebbene i Paesi ad alto reddito abbiano il tasso più alto (11,5 su 100mila). A livello demografico, nei Paesi ad alto reddito il numero di suicidi maschili è il triplo di quello femminile, mentre in quelli a medio e basso reddito il tasso si equivale.

Leggi anche:  Un’indagine di Skuola.net fa il punto sull’uso delle droghe leggere a scuola 

A chiarire il ruolo delle droghe cosiddette leggere c’è un recente studio di Jama Psichiatry, condotto su 24mila giovani, che evidenzia la correlazione fra consumo di cannabis e spinelli negli under 18 e l’aumento di depressione (+37%), pensieri suicidari (+50%) e pericolo di suicidio. Quest’ultimo appare triplo nei giovani adulti che fanno uso di droghe leggere. I parlamentari che spingono per legalizzare le cosiddette droghe leggere non sanno di cosa stanno parlando e la loro preparazione scientifica al riguardo è deludente. I genitori invece sono preoccupati e, giustamente, chiedono alla Scuola, alla Chiesa e alla comunità scientifica di aiutarli in questa battaglia contro ciò che “uccide” i loro figli.




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