26 settembre 2019

26 Settembre 2019

Vedere Te

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9)
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Il commento

Chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?” (9,9). I Dodici sono partiti (9,6), Gesù probabilmente si ritira in disparte a pregare. L’evangelista non racconta la missione apostolica, preferisce puntare i riflettori su Erode Antipa, tetrarca della Galilea. Parla con cognizione di causa, probabilmente ha avuto notizie di prima mano, grazie a Cuza, un funzionario del re, marito di Giovanna, una delle donne che accompagnano la predicazione itinerante del gruppo apostolico (Lc 8,2). In pochi versetti emerge la personalità scaltra di un uomo che non crede alle favole ma non può fare a meno di chiedersi chi è questo Gesù di cui tutti parlano. È una domanda che non trova risposta ma non soffoca il desiderio: “E cercava di vederlo” (9,9). Vedere è il verbo della fede ma in questo caso è l’espressione di una svagata curiosità o della malizia se è vero che, come informa lo stesso evangelista, Erode cerca Gesù per ucciderlo (Lc 13,31).

Erode non può conoscere il mistero perché non ha l’umiltà per accogliere la fede. La sua domanda, tuttavia, trova una risposta pochi versetti dopo nelle parole di Pietro che riconosce in Gesù il Messia inviato da Dio (Lc 9,20). Si tratta di un’affermazione di grande valore eppure è solo un debole raggio di quella luce che risplende sul Tabor dove Gesù appare nella sua luminosa e divina bellezza (Lc 9, 28-36). La fede non è una conquista dell’intelligenza ma un dono che viene dall’alto. Solo ai piccoli è concesso la grazia di comprendere il mistero, cioè a quanti si accostano con semplicità di cuore. La ragione è certamente necessaria ma non basta. Se vogliamo leggere la realtà nella sua interezza, cioè come il luogo ordinario in cui Dio si nasconde e si rivela, abbiamo bisogno di uno sguardo di fede. La fede, infatti, “tutto rischiara di una luce nuova […] e perciò guida l’intelligenza verso soluzioni pienamente umane” (Gaudium et spes, 11). Oggi vi suggerisco una preghiera breve da fare più spesso: Donaci, Signore, uno sguardo di fede per riconoscere Te in ogni cosa e amare Te sopra ogni cosa. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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