
La scelta preferenziale
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Mt 11, 25-30)
In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
Il commento
“Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (11,25). È facile oggi sentir parlare dell’opzione preferenziale dei poveri. Seguendo il Vangelo, Teresa di Lisieux ricorda invece la scelta preferenziale dei piccoli. Nelle prime battute della Storia di un’anima presenta la Chiesa come un giardino in cui vi sono tanti fiori, alcuni sono più belli, altri meno, alcuni più visibili, altri più nascosti, ma tutti contribuiscono a rendere più bello il giardino. Continua Teresa: “Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù, egli ha voluto creare i grandi santi, che possono essere paragonati al giglio e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli e questi devono accontentarsi di essere delle pratoline o delle violette, destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio, quando egli si abbassa verso terra. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere ciò che egli vuole che noi siamo”. Queste parole, in apparenza semplici, sono la premessa per affermare che la santità non è legata ad una particolare vocazione perché tutti sono chiamati alla perfezione. La bellezza di Dio non risplende solo nelle rose profumate ma anche nelle margherite. Teresa offre l’immagine di un Dio che si abbassa per ammirare anche i fiori più piccoli e nascosti, quelli che nessuno nota. Quanto più siamo piccoli, tanto più riceviamo le grazie di Dio. Al termine del secondo manoscritto, la Santa di Lisieux prega così: “Se per assurdo tu trovassi un’anima più debole, più piccola della mia, ti compiaceresti di colmarla di favori ancora più grandi, se si abbandonasse con fiducia completa alla tua misericordia infinita” (Ms B 5r).
La Santa perciò supplica il Signore di suscitare nella Chiesa “una legione di piccole vittime degne del tuo AMORE!…”. Una di queste è Marthe Robin (1902-1981), una mistica francese del Novecento, che si presenta così: “Mi sembra di non essere più che una piccolissima cosa tra le braccia di Dio e che resterò così fino alla morte. Non so cosa Egli voglia fare di me, ma io voglio tutto! È tutto buono quello che viene da Dio e che Lui vuole per noi”. Oggi chiediamo di camminare anche noi per questa via.
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