Vita

La comunicazione tra madre e figlio in gravidanza

gravidanza

di Gabriele Solia

Si chiamano esosomi, piccole vescicole che trasmettono importantissimi segnali nel dialogo madre-figlio in gravidanza. Quante verità ci sono ancora da scoprire nel misterioso viaggio della vita?

La bellezza, completezza e dignità del corpo umano dal suo inizio nel grembo della donna non smette di meravigliarci. Sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology è comparso un contributo che raccoglie i punti importanti di una ricerca condotta dalla University of Texas Medical Branch a Galveston in collaborazione con un team di studiosi della Corea del Sud. 

Una delle ultime scoperte (che non sono certo finite) dice che durante la gravidanza – spiega Ramkumar Menon autore senior dello studio – vi è una comunicazione costante tra cellule materne e fetali che utilizza “sacche” piene di sostanze chimiche chiamate esosomi. Le nostre ricerche precedenti hanno dimostrato che gli esosomi fetali segnalano al corpo della madre che gli organi sono completamente maturati, e questo innesca il travaglio e il processo che fa partire il parto. Sulla portata e le capacità di questo sistema di comunicazione, al fine di sviluppare nuovi modi per monitorare e supportare il feto durante la gravidanza, i ricercatori hanno voluto saperne di più.

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Gli esosomi sono vescicole di diametro tra 30 e 200nm (il nanometro equivale ad un miliardesimo di metro), sono secreti dalle cellule nei fluidi biologici come sangue, urine, fluido amniotico, asciti, liquido cerebrospinale. Contengono diverse molecole e veicolano segnali attraverso il contenuto di RNA, in particolare microRNA, proteine, lipidi e DNA. Il loro viaggio è bi-direzionale: gli esosomi di parte materna sono in grado di produrre cambiamenti funzionali nel feto, gli esosomi fetali portano comunicazioni altrettanto rilevanti al corpo materno come, appunto, la notizia del completo sviluppo degli organi così da innescare il travaglio. Questo è il panorama della ricerca allo stato attuale, l’ingresso in un campo d’indagine che potrebbe, tra l’altro, dare contribuiti nell’ambito delle nascite pre-termine.

L’approfondimento delle indagini su questo canale di comunicazione privilegiato fra la madre e il suo bambino potrà riservare altre sorprendenti consapevolezze. Lo possiamo chiamare anche “mistero” nel senso di contemplazione di un evento grandissimo come dare la vita e mettere al mondo un essere umano. Del resto la Creazione ogni giorno ci svela qualcosa di stupefacente e commovente. Ancora molte donne insistono con lo slogan “il mio corpo, la mia scelta” o “la mia percezione del corpo”. Anche molti uomini si accodano a questa percezione e invece di lasciarsi stupire dalla bellezza e grandezza della vita nascente si appiattiscono su scelte che portano solo morte e dispiaceri. 

Il corpo della donna comincia uno scambio col concepito, segno inequivocabile che ne percepisce la presenza come altro “soggetto” e collabora con questo soggetto. La scoperta sugli esosomi è solo un ulteriore tassello che si aggiunge ad altre evidenze sul concepimento e sulla maternità. Fino a qualche decennio fa, anche se molte cose non si sapevano, nessuno metteva in dubbio che la meraviglia della vita umana fosse “un mistero” da contemplare e oggi la vera scienza… non fa che confermarlo.




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