Scuola

Una cartina del mondo al posto del crocifisso nelle scuole

Crocifisso

di Ida Giangrande

Togliere il crocifisso dalle aule, un segno di rispetto o il furto dell’identità del nostro popolo? Il neo ministro Fioramonti sembra aver le idee chiare, ma forse non tutti la pensano come lui.

La Scuola ha riaperto i cancelli quasi da un mese ormai, e puntuale come il raffreddore autunnale, arriva anche la questione “crocifisso in aula sì o no?”. A dare una risposta questa volta ci pensa il neoministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che durante una trasmissione radiofonica ha detto: “Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”.

Una Scuola laica che accoglie le diversità in un Paese sempre più variegato da un punto di vista etnico e religioso, non dovrebbe aver nessun simbolo religioso in segno di rispetto per le altre religioni. E mentre a Bologna il vescovo Zuppi lancia il tortellino al pollo per i musulmani, per Fioramonti il crocifisso alla parete in una Italia a maggioranza cattolica, dà proprio fastidio, meglio toglierlo. Quando ero piccola avevo una amica di banco che apparteneva ai Testimoni di Geova. Restava seduta in classe con noi durante l’ora di Religione e ricordo bene che ascoltava e si confrontava con l’insegnante senza alcuna pretesa di verità così come ricordo che non ha mai detto di essere infastidita dal crocifisso. Per l’Italia quello non è solo un simbolo sacro, ma anche un’icona delle radici storiche e culturali del nostro popolo. E come la mettiamo con il patrimonio valoriale? Cose come l’accoglienza del diverso non sono forse tra gli insegnamenti incrollabili del cristianesimo?

“Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese” ha ricordato Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia.  “La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.

E se invece pensassimo a recuperarne il valore?




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