7 ottobre 2019

7 Ottobre 2019

Fede e carità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,25-37)
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Il commento

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti” (10,30). Conosciamo tutti la parabola del buon samaritano, non è solo una delle perle luminose del Vangelo ma un tesoro che esprime nella forma più limpida quella carità che Dio ha scritto nella coscienza di ogni uomo. Nel solco della lunga semina evangelica, grazie ad una straordinaria testimonianza di santità, che ha riconosciuto e innalzato la dignità dell’uomo ben oltre il pensiero del mondo antico, la società oggi riconosce i diritti di ciascuno e ritiene suo dovere intervenire e creare una rete giuridica e sociale a favore dei soggetti più deboli. La carità ha assunto una veste istituzionale, è garantita dalla legge e sostenuta dalle istituzioni pubbliche. In apparenza si tratta di una grande vittoria della ragione, purificata e illuminata dalla fede. In realtà questa pubblica solidarietà rivendica la sua totale autonomia e dichiara di non aver più bisogno di Dio. Noi sappiamo invece che fede e carità non camminano per vie separate, ma s’intrecciano continuamente. La fede apre alla carità e la carità manifesta la fede. La carità sarà vissuta tanto più intensamente quanto più abbiamo la percezione di amare e servire Dio nel prossimo. La fede motiva e accresce l’impegno di carità, essa resta l’oggettivo e imprescindibile punto di partenza. La Chiesa è chiamata ad annunciare che tutto si compie in Gesù Cristo e senza di Lui la freccia della vita resta come sospesa a mezz’aria. Anche la carità è il frutto maturo della fede, cioè di quel cammino interiore che conduce il battezzato ad assumere il Vangelo come stile di vita. La relazione con Dio cambia il modo di vivere la relazione con il prossimo. La parabola evangelica ricorda ai discepoli che l’esperienza religiosa può diventare una prigione dorata: il sacerdote e il levita vedono e passano oltre (10, 31-32). Chi trascura il comandamento della carità si sottrae alla Legge di Dio. La carità ha bisogno della fede ma la fede non può considerare la carità come un’appendice superflua. Oggi chiediamo la grazia di imparare a intrecciare questi due sentieri.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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