9 ottobre 2019

9 Ottobre 2019

Start up

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

Il commento

Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11,1). Vedendo Gesù ritirarsi in luoghi appartati e pregare, i discepoli sono affascinati, il suo stile orante è molto diverso da quello che loro hanno ricevuto dalla tradizione. Un giorno trovano il coraggio di avanzare una richiesta in apparenza semplice ma di grande significato, gli chiedono di spiegare il segreto della preghiera. Una domanda che certamente Gesù ha accolto con vivissima gioia, come un nuovo inizio. La preghiera infatti non solo ci riporta al Principio ma diventa essa stessa un principio, una sorta di permanente start up. Nella misura in cui torniamo a Colui che ha creato ogni cosa, veniamo anche noi ricreati e resi capaci di partecipare in modo attivo all’opera creativa. Stando all’evangelista Luca, quella domanda diede al Maestro l’occasione per insegnare una formula orante che oggi tutti conosciamo dalle prime parole: Padre nostro. La Bibbia è ricca di formule oranti ma questa è l’unica che Gesù stesso ha insegnato. Per questo è stata sempre tenuta in grande considerazione nella Chiesa primitiva ed è ampiamente commentata da vescovi e teologi dei primi secoli. In senso stretto il Padre nostro è la preghiera dei battezzati, solo chi è rinato dall’acqua e dallo Spirito, solo chi ha ricevuto lo Spirito può gridare: Abbà, Padre” (Rm 8,15). E tuttavia, questa preghiera è così universale che può essere recitata da chiunque abbia il senso religioso.

Il poeta Umberto Saba (1883-1957) era ebreo di nascita ma non fu mai circonciso, scelse di recitare questa preghiera alle esequie della giovane moglie. Spiegando il gesto ad un amico profondamente cattolico, scrisse: “Quella preghiera che (va da sé) conoscevo, si può dire da sempre, è così bella, così grande, così universale, che, o pregare non serve, o, se serve, non ce n’è una che la uguagli. Chiunque può dirla, in qualunque momento e a qualunque fede appartenga”. Anche se a volte ci capota di recitarla per abitudine, oggi chiediamo la grazia di fare di questa preghiera un ponte che lega Cielo e terra, una memoria della nostra origine e della nostra più profonda identità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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