11 ottobre 2019

11 Ottobre 2019

L’arma della calunnia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Il commento

È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni” (11,15). Le opere di Dio incontrano sempre resistenze, le più dure sono quelle che nascono all’interno del popolo di Dio. In questo caso, la diffidenza si presenta nella forma di una calunnia. Gesù viene accusato di essere al servizio di colui che scrive o suggerisce le pagine di quel male che inquina la storia. Si tratta di un’evidente menzogna che cozza con la realtà del Figlio di Dio che è venuto proprio per liberare l’uomo dalla schiavitù del male. È il più totale sovvertimento della verità, non dobbiamo perciò essere sorpresi se Gesù risponde con estrema durezza alle accuse: “Se io scaccio i demoni in mone di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano?” (11, 19). Vi sono situazioni in cui è meglio tacere e altre in cui è doveroso parlare per non lasciare che il dubbio possa prendere dimora nelle persone semplici, quelle che lo seguono con fiducia. Gesù non difende se stesso ma l’opera che Dio gli ha affidato. Le sue parole sono una permanente provocazione non solo per coloro che lo accusano ma anche per i suoi discepoli. Quando è in gioco la verità, non bisogna avere paura di chiedere conto a chi semina calunnie accusa per mostrare dinanzi a tutti che l’accusa non ha alcuna consistenza, nasce solo dall’odio e dalla paura della verità. La pagina evangelica non è rimasta confinata nella vicenda del Nazareno ma ha trovato – e trova – una dolorosa applicazione nella vita ecclesiale. Non è raro, infatti, incontrare resistenze e opposizioni anche nella comunità dei credenti. Sono quelle che fanno più male. Chi vuole camminare nelle vie di Dio, deve mettere in conto queste difficoltà. La vicenda di Padre Pio è la più eclatante di una lunga lista di errori e di sviste. Attraverso queste prove, il Signore purifica il cuore da ogni pretesa, accresce l’umiltà e dona la grazia di cercare Lui solo come l’unico Bene. Tutto questo però non scusa chi è chiamato a compiere un retto discernimento. Oggi preghiamo in modo particolare per i nostri Vescovi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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