12 ottobre 2019

12 Ottobre 2019

Toccate Dio dappertutto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Il commento

Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (11,28). Le parole della donna sono sincere, con una sensibilità tipicamente femminile ella intreccia la vicenda di Gesù alla madre che lo ha portato in grembo e gli ha dato il latte (11,27). Niente di più naturale! Ma proprio per questo Gesù invita ad elevare lo sguardo. Non bisogna guardare e misurare la vita con i canoni dell’emotività ma con quelli della fede. Dal momento che Dio si è fatto uomo, tutto l’umano è come toccato e illuminato dalla presenza di Dio. Tutto, senza eccezione alcuna. Con lucida intuizione Charles Péguy spiegava così la grande rivoluzione operata dal cristianesimo: “Non si può più stare tranquilli con voi. Dei valori umani, di tutti i valori umani, dei semplici valori umani, avete fatto dei valori divini. Voi portate tutto a Dio, voi avete riferito tutto a Dio. Voi toccate Dio dappertutto”. La fede invita a considerare l’uomo come immagine di Dio, cioè il segno visibile della presenza divina nella storia. E chiede perciò di riscrivere nella luce dello Spirito ogni legame affettivo, anche e soprattutto quelli più significativi che strutturano la nostra vita; e cioè la relazione coniugale e quella genitoriale. Gli sposi cristiani sanno (o dovrebbero sapere) che l’amore che li unisce non è soltanto un sentimento ma un sacramento, sono consapevoli che sanno non hanno seguito l’istinto del cuore ma hanno riconosciuto e accolto la chiamata di Dio. L’amore non li impegna soltanto ad essere sostegno l’uno per l’altro ma li immerge nella storia di salvezza e li rende collaboratori di Dio. Tutta la loro vita è toccata dalla grazia. L’essere madre e padre non è soltanto espressione di quella fecondità che appartiene per istinto ad ogni essere umano; ma scaturisce dal desiderio di donare alla Chiesa figli che potranno partecipare e arricchire la sua missione nella storia degli uomini. È impossibile comprendere questa straordinaria sinfonia, che intreccia l’umano e il divino, se non ci lasciamo illuminare dalla Parola. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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