
Tornò indietro
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Il commento
“Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce” (17,15). Quando comprende di essere guarito, quando vede il suo corpo risanato, il lebbroso è preso da un comprensibile stupore. La gratuità del dono lo tocca intimamente e lo sospinge a tornare indietro. Questo verbo [ephistrephein] fa pensare alla conversione del cuore, indica la disponibilità a cambiare strada. L’uomo riconosce di aver ricevuto una grazia e manifesta la sua fede nel lodare Dio rivela. Tutto questo non basta. L’evangelista aggiunge un altro elemento, quello più significativo: “si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo” (17,16). Questo gesto manifesta infine il dinamismo proprio del discepolo che riconosce in Gesù l’unico Salvatore. L’evangelista ha voluto così indicare il passaggio dall’antica alla nuova alleanza: invece di presentarsi al sacerdote, che lo dichiarava puro, il lebbroso corre ai piedi di Gesù che lo riconosce credente. Le antiche prescrizioni della Legge non sono più valide, la salvezza non dipende più dalla fedele osservanza di quelle norme ma unicamente dal riconoscere Gesù come la fonte della grazia. “La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1,17).
L’ultima parola de racconto è quella di Gesù. All’inizio del brano viene salutato come un Maestro (17, 13), nella parte finale invece appare come il sacerdote della Nuova Alleanza che constata la fede del samaritano e lo dichiara puro: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!” (17,19). Inginocchiandosi quell’uomo riconosce che in Gesù è presente ed opera Dio stesso. Ma il Signore lo rialza e gli annuncia che la guarigione del corpo è accompagnata da un dono molto più importante, quello della fede. Ed è proprio in forza di essa che egli riceve e sperimenta la gioia della salvezza, cioè quella pienezza di vita che invade il cuore dell’uomo e gli permette fin d’ora di gustare l’eterna beatitudine.
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