14 ottobre 2019

14 Ottobre 2019

Lui solo e nessun altro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Il commento

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona” (11,32). Dopo aver detto ai suoi ostinati critici che Dio non darà alcun segno se non quello di Giona (11,29), Gesù invita a considerare la sua missione nel solco di quella esercitata dall’antico profeta: “come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione” (11,30). Più che un paragone, che evidentemente pone sullo stesso piano due personaggi così diversi, il Nazareno vuole sottolineare il passaggio dall’antica alla nuova alleanza. Se Giona fu un segno efficace per la sua generazione, lo sarà anche Gesù. Anzi, la sua missione sarà ancora più feconda perché il Figlio dell’uomo “è più grande di Giona”. Diversamente da Matteo, che parla dei tre giorni passati nel ventre del pesce, annuncio e prefigurazione del mistero pasquale, Luca non dà alcuna esplicitazione. In questo modo egli sottolinea che tutta la vita di Gesù è segno eloquente dell’agire di Dio, annuncio di conversione. Tutta la vita: quando parla con autorità e guarisce i malati; quando annuncia la misericordia di Dio e apre le porte ai peccatori pentiti, quando rivela sul Tabor il suo splendore e quando viene condannato come un malfattore. Se la vita di Gesù è il segno di Dio, siamo dunque chiamati a contemplare questa testimonianza discreta ed convincente. All’inizio del terzo millennio, Giovanni Paolo II scriveva che la missione della Chiesa parte sempre nuovamente dalla “contemplazione del volto di Cristo: lui considerato nei suoi lineamenti storici e nel suo mistero, accolto nella sua molteplice presenza nella Chiesa e nel mondo, confessato come senso della storia e luce del nostro cammino” (Novo millennio ineunte, 15). Se è Lui “il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore” (Gaudium et spes, 45), come possiamo pensare di rivelare la luce che risplende nella sua Persona se il nostro sguardo non è fisso su di Lui? “Gesù solo! Nient’altro che lui!”, scrive Teresa di Lisieux in una lettera scritta quand’era ancora una giovane postulante (LT 54, luglio 1888). Oggi chiediamo la grazia di fare di queste parole il criterio essenziale della nostra vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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