Aborto Costretta ad abortire perché disabile Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 24 Ottobre 2019 Nessun commento su Costretta ad abortire perché disabile di Ida Giangrande La ragazza di circa vent’anni con handicap cognitivo, subirà un aborto chirurgico nel suo “migliore interesse”. Qual è il “migliore interesse” del bambino invece? Londra – La scorsa settimana L’Alta Corte britannica ha stabilito che una ragazza di circa vent’anni, con grave deficit cognitivo e incinta di dodici settimane, debba interrompere la gravidanza nel suo “miglior interesse”. Il giudice, David Basil Williams, conferma il giudizio già espresso in merito dalla Court of Protection, il tribunale britannico che gestisce le controversie per cittadini incapaci di intendere e di volere. L’ospedale a cui la ragazza era stata indirizzata da medico e servizi sociali ha dunque l’autorizzazione a procedere con l’aborto. L’aborto chirurgico è auspicato anche dalla famiglia adottiva con cui la giovane madre, originaria dell’Inghilterra del nord, ha vissuto gran parte della sua vita prima di essere affidata ai servizi sociali. Stando alle motivazioni del giudice Williams, lasciare che la ragazza porti avanti una gravidanza sarebbe dannoso e pericoloso, considerata l’aggressività che, sembra, abbia manifestato da quando è rimasta incinta. La donna, viene sottolineato, non potrebbe mai prendersi cura del nascituro, ma magari qualcun altro sì, aggiungerei io. Si chiama adozione e fino a un po’ di tempo fa rappresentava la risposta alle famiglie che non possono generare la vita. In questo caso, sarebbe stata anche la possibilità per questo bambino di nascere e crescere come tutti gli altri bambini. Poco chiare risultano inoltre le circostanze in cui è avvenuto il concepimento e chi possa essere il padre del bambino. Si potrebbe trattare di un altro disabile, ma gli investigatori non escludono la pista della violenza sessuale. Non dovremmo più stupirci di sentenze come questa. A Londra il “migliore interesse” delle persone sembra coincidere sempre più spesso con la morte del più debole. Mi auguro che questo non diventi il modello di riferimento anche di altri Stati, ma questo ennesimo caso di cronaca mi permette di vedere in trasparenza la rarefazione di una capacità umana di grande valore: l’accoglienza. I figli infatti non sono o non dovrebbero essere, un fatto privato, che riguarda la famiglia in cui è inserito e basta. I più piccoli dovrebbero essere accolti e sostenuti dall’intero sistema oltre che dalla mamma e il papà. In questo caso, se davvero la madre non può prendersi cura del figlioletto, è sbagliato dire che il “migliore interesse” di quel bambino sarebbe stato nascere e crescere in un contesto sociale e statale che lo accoglie e si preoccupa di creare tutte le condizioni perché possa esercitare il suo diritto alla vita? Davvero non ci sono famiglie disposte ad adottarlo? Davvero l’unica soluzione è impedirgli di nascere? Ma in fondo mi domando: esiste ancora il diritto alla vita? Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag aborto, Londra ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Dire quello che pensi? Prima pensa a quello che dici. Il consiglio di Papa Francesco Aiutare economicamente le donne per non farle abortire? Per alcuni politici influenzerebbe troppo la scelta… “Dignitas Personae”: la Chiesa ribadisce la sua posizione su fecondazione in vitro e altre questioni etiche Spot di patatine offende l’Eucaristia: censura dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria Papa Francesco all’udienza: “Un cristiano senza coraggio è un cristiano inutile” San Giovanni Paolo II e “La bottega dell’orefice”: meditando sull’amore coniugale Far sentire il battito a una donna che vuole abortire? A Belluno e Torino i medici dicono no Cosa significa essere giusti? Ce ne parla Papa Francesco Papa Francesco alle detenute di Rebibbia: “Gesù non si stanca mai di perdonare” Il papa scrive una lettera per la Pasqua ai cattolici in Terrasanta