1 novembre 2019

1 Novembre 2019

Tutto nella luce di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Il commento

Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si mise a parlare e insegnava loro dicendo…” (5, 1-2). La parola del Vangelo oggi disegna il volto di Gesù, il Figlio di Dio che manifesta la piena verità dell’uomo; e indica, al tempo stesso, i sentieri che anche noi dobbiamo percorrere se vogliamo assomigliare a Lui. In fondo, essere santi significa far risplendere nella forma più limpida la nostra identità: figli dell’unico Padre e discepoli dell’unico Maestro. Scrive Teresa di Lisieux: “L’unico bene è amare Dio con tutto il cuore ed essere quaggiù povera in spirito” (Ms A 32v). La santità significa vivere tutto alla luce di Dio, fare di ogni cosa un piccolo passo che conduce a Dio. La fede non può diventare un rivestimento esteriore ma deve contagiare tutta la vita, deve dare un senso ad ogni aspetto dell’esistenza, cioè illuminare ogni scelta, orientare ogni desiderio, limitare e contenere quei desideri buoni in apparenza ma che in realtà inquinano la vita. Quando parliamo di santità possiamo pensare ad una realtà già compiuta. È meglio perciò parlare di santificazione, cioè di quel processo dinamico che accompagna tutta la vita. La santità non è uno stato ma uno stile, cresce se facciamo della vita un cammino di conversione. Il segreto della santità consiste nel cercare e nell’accogliere la volontà di Dio, sapendo che le vie di Dio sono diverse da quelle che noi abbiamo messo in agenda. E quando ci troviamo a fare i conti con la nostra debolezza? Quando, nonostante la buona volontà, dobbiamo ammettere di essere stati fragili? Un monaco risponde così: “Non ti è chiesto di più. Accetta cordialmente i tuoi limiti. Solo in cielo saprai a quale grado di santità Dio ti vuol condurre […] Non affliggerti per quello che non puoi fare, e neppure, in un certo senso, per le tue miserie morali. Ti vorresti bello, irreprensibile. È una chimera, forse orgoglio […] La tua santità è un segreto di Dio, e non te lo rivelerà. Fa’ quanto puoi” (Le porte del silenzio, Milano 1986, 26-27). La coscienza di essere accompagnati e sostenuti dalla presenza amorevole di tanti amici, che hanno già raggiunto la meta, dona la determinazione necessaria per accogliere la sfida della fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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