9 novembre 2019

9 Novembre 2019

Tutti fuori

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Il commento

Fece una frusta di cordicelle e scacciò [exébalentutti fuori dal tempio” (2,15). Giovanni presenta questa scena sulla soglia della missione pubblica, una sorta di ouverture che contiene e annuncia il senso profondo dell’opera che Gesù viene a realizzare. Mi soffermo su solo un dettaglio. Quando arriva nel Tempio il Rabbi di Nazaret si trova dinanzi ad uno spettacolo indecoroso, per questo interviene con autorità e allontana con decisione coloro che hanno occupato abusivamente lo spazio sacro. Non si tratta di un cortese invito ma di un’azione forte e determinata. Il verbo ekbállō contiene l’idea della violenza, come s’intravede dall’immagine della frusta di cordicelle. Questo verbo viene usato nei racconti di esorcismo lì dove Gesù ingaggia una dura lotta con il maligno (Mt 7,22; Mc 1,34…). Lo troviamo anche in queste parole che chiedono di attuare una più rigorosa conversione: “Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo via da te” (Mt 18,9). Non possiamo leggere questa pagina solo in una cornice storica, come una dura condanna del giudaismo del suo tempo. Il Vangelo contiene un ammonimento che riguarda tutta la Chiesa ma sarebbe sbagliato – oltre che comodo – puntare il dito contro l’istituzione ecclesiale senza lasciarci interpellare, come se la colpa fosse in gran parte tutta e solo degli altri. L’episodio evangelico interpella ciascuno di noi, a tutti chiede di attuare un’autentica e seria purificazione interiore per allontanare tutto ciò che non corrisponde alla volontà di Dio. Non è un’operazione indolore, un superficiale e semplicistico maquillage. Siamo chiamati a scacciare con determinazione tutto ciò che offusca la santità di Dio.

Signore Gesù, la tua parola oggi sferza la nostra eccessiva timidezza e ci chiede di dare alla vita una forma più chiaramente evangelica. Metti nel cuore un desiderio più ardente di fare della vita un luogo santo, un frammento di umanità in cui s’intravede la presenza di Dio. E donaci il coraggio di custodire fedelmente la luce che oggi abbiamo accolto. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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