11 novembre 2019

11 Novembre 2019

Ricostruire ponti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,1-6)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Il commento

Se tuo fratello sette volte al giorno pecca e sette volte al giorno chiede perdono, tu glielo concederai” (17,4). Il simbolo settenario indica pienezza: perdonare sette volte al giorno significa dunque impegnarsi a perdonare sempre! È questo lo stile e la responsabilità del discepolo. Gesù sottolinea però che il perdono non va inteso come una generica sanatoria che cancella la colpa. Per questo precisa le condizioni che rendono doveroso il perdono: chi vuole il perdono, lo deve chiedere con umiltà e, così facendo, si prepara ad accoglierlo come una nuova e straordinaria possibilità per dare una svolta alla propria esistenza. Non è facile trovare un giusto equilibrio tra pentimento e perdono. L’insistenza sul pentimento non deriva dal desiderio di umiliare chi ha sbagliato ma nasce dall’amore: se infatti il fratello non prende coscienza del peccato che ha commesso, non può neppure lottare con decisione contro il male e rischia perciò di ricadere negli stessi errori. Il pentimento non solo manifesta la coscienza dei propri limiti ma esprime anche una chiara presa di distanza e l’impegno a cambiare strada. Se manca il pentimento, il perdono rischia di non essere nemmeno compreso e accolto come un dono, cioè un gesto gratuito di carità che ricostruisce la comunione ferita. “Un uomo può ricevere il perdono dei peccati solo se ad essi rinuncia e si slancia verso l’Altissimo e verso Dio con una vera conversione del cuore” (San Fulgenzio di Ruspe). Il pentimento è un passaggio ineliminabile di quel processo di conversione che accompagna tutta la vita. La Chiesa è chiamata a denunciare il male con chiarezza per aiutare i battezzati a riconoscere e allontanare il peccato. Ma è chiamata anche a testimoniare che l’amore di Dio è più forte dei nostri errori. Annunciare e manifestare la misericordia significa gettare un seme nel terreno della nostra fragile umanità nella speranza che possa germogliare e portare frutti di conversione. Oggi chiediamo la grazia di fare i passi necessari per ricostruire ponti e sanare le ferite.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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