
Servi inutili ma non pigri
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Il commento
“Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge…” (17,7). Gesù invita i discepoli a riconoscersi servi inutili ma, al tempo stesso, chiede di eseguire fedelmente tutto ciò che ci è stato comandato: durante il giorno il lavoro dei campi, a sera il servizio della mensa (17,8). Servi inutili ma non pigri: servi che non si tirano indietro con la scusa di non essere necessari; e non si rassegnano, pensando che forse non vale la pena investire tante energie per un’opera dall’esito incerto. Avere la coscienza di essere inutili significa semplicemente che nessuno di noi deve ritenersi indispensabile, Dio sceglie chi vuole e affida a chi vuole i suoi progetti. E tuttavia, se ha chiamato proprio noi, e se affida proprio a noi un tassello del grande mosaico, vuol dire che non siamo affatto inutili e dobbiamo realizzare il compito che ci è stato affidato nella forma umanamente più giusta. “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato…” (17,10): queste parole ci sorprendono perché nonostante l’impegno, nessuno di noi potrà dire di aver fatto tutto quello che è stato chiesto. Ogni volta che ci fermiamo per fare una verifica onesta della nostra vita, siamo costretti a riconoscere lacune e mancanze. Il Vangelo ci esorta a misurarci costantemente con le attese di Dio, non importa se sono o appaiono più grandi delle nostre forze. Ricordiamo le parole dell’apostolo: “Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!” (1Ts 5,24). È proprio l’esperienza del limite che ci fa sentire servi inutili: nessuno è in grado di compiere perfettamente l’opera ma il buon Dio guida tutto e tutti verso la pienezza della storia. Quando abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto, possiamo ritirarci, contenti di aver risposto alla chiamata. Siamo come l’asinello che porta Gesù nella Città Santa: “Il Signore ne ha bisogno” (19,31). Siamo servi che non hanno alcun merito e non pretendono diplomi perché Dio solo è degno di onore e gloria. Oggi chiediamo la grazia della fedeltà.
Nessun commento per “Servi inutili ma non pigri”