16 novembre 2019

16 Novembre 2019

Il grido drammatico

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Il commento

Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (18,8). La parabola si conclude con un drammatico interrogativo che non riceve risposta. È una domanda che deve risuonare lungo i secoli, in ogni stagione della storia. È come un grido che squarcia quella fede placida e senza sussulti che troppo spesso veste la nostra vita di buoni credenti. Gesù assicura che Dio non tarderà, anzi afferma che “farà giustizia prontamente” (18,8) perché è fedele alle sue promesse. Ma vuole anche ricordare ai discepoli la necessità di custodire la fede e la speranza, chiede di pregare giorno e notte (18,7). Una preghiera così ardente da diventare una supplica accorata, un grido che vince l’indifferenza degli uomini e commuove Dio. Il grido di Giovanni Battista che annuncia i tempi messianici (Lc 3,4), il grido del padre che presenta a Gesù il figlio epilettico (9,38), il grido del cieco di Gerico che ottiene la guarigione (18,38). Questo grido risuona anche in Cielo, anche i redenti infatti chiedono a Dio di manifestare la sua potenza: “Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia” (Ap 6,10). Se ci stanchiamo di attendere e di pregare con fiducia, perdiamo l’appuntamento con la grazia.

Queste parole invitano anche a verificare il contenuto della preghiera. I discepoli che gridano giorno e notte supplicano il Signore di non abbandonare la Chiesa e di portare a compimento la sua opera. È questa la nostra preghiera? In genere preghiamo per noi stessi e per le persone a cui siamo legati da vincoli di amicizia e di fede. Restiamo confinati nell’orizzonte degli affetti umani. Gesù invita ad allargare lo sguardo, chiede di pregare per il Regno (Mt 6,10), vuole una preghiera che abbraccia tutta l’umanità. In una toccante testimonianza concessa all’amico filosofo Jean Guitton, dieci mesi prima di morire, Paolo VI confessava che la domanda di Gesù era per lui motivo di inquietudine: “C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti”. Oggi preghiamo perché il patrimonio della fede sia da tutti custodito con amore fedele.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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