21 novembre 2019

21 Novembre 2019

L’unica parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Il commento

Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (12,50). Per entrare a far parte della comunità ecclesiale e ricevere il privilegio di essere familiari di Gesù, dobbiamo vivere nell’orizzonte della volontà di Dio. Il Vangelo però precisa che non basta ascoltare, occorre fare. Il verbo richiama la concretezza della vita. La parola di Dio non può rimanere un racconto fascinoso ma deve tradursi in una serie di scelte che danno alla vita una forma che parla di Dio. Chi cammina per questa via non solo diventa fratello e sorella di Gesù ma riceve anche il titolo di madre, cioè la grazia di partecipare all’opera di salvezza, ad immagine di Colei che ha generato il Verbo nella storia. Il discepolo che incarna il Vangelo non si limita a comunicare parole ma genera il Verbo di Dio, rende visibile Gesù, eterna Parola del Padre.

Accogliamo questa Parola nell’antica festa mariana della Presentazione di Maria (VI secolo). Oggi la Chiesa invita a contemplare Maria che offre se stessa. Non possiamo dire quando è avvenuta questa  consacrazione ma sappiamo che l’innocenza del cuore permette alla Vergine di vivere tutto nella luce di Dio e di donarsi a Lui, con totalità, fin dalla più tenera età. Ella ha pronunciato il suo , non una ma mille volte, molto prima dell’eccomi che proclama nel giorno in cui riceve l’annuncio dell’angelo (Lc 1,38). Tutta la sua vita è rischiarata e ritmata dall’eccomi della fede. È questa la parola decisiva, quella che dobbiamo imparare a pronunciare non solo nelle grandi occasioni ma anche in quelle più umili, non solo quando siamo sotto i riflettori ma anche quando nessuno ci guarda. Chiediamo la grazia di evitare le chiacchiere, che riempiono la vita di vaghe intenzioni; e lasciamo spazio a questa semplice e feconda parola. Confidando nella materna intercessione di Maria, oggi osiamo ripetere le sue stesse parole: “Avvenga in me la tua parola. Che la mia vita diventi un minuscolo ma luminoso frammento di quella Parola che risuona lungo i secoli e svela il tuo volto, Signore della vita”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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