
Comando perentorio
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Il commento
“Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini” (4,19). La festa di sant’Andrea ci riporta agli inizi dell’avventura cristiana, a quei giorni in cui il Nazareno inizia a formare una comunità, primizia di quello che un giorno sarà la sua Chiesa. Gesù passa e chiama alcuni a stare con Lui. Lo fa con decisione, nelle sue parole non c’è un timido e cortese “se vuoi” ma un comando perentorio: “seguitemi” (4,19). È vero che il Vangelo non offre una cronaca dettagliata ma la sintesi teologica riporta in maniera fedele l’esperienza vissuta dai primi apostoli e la sensazione che essi hanno provato quando hanno incontrato il giovane Rabbì. È come se fosse passato un vento impetuoso, come se una luce avesse all’improvviso brillato con un’intensità tale da permettere di vedere e valutare con straordinaria chiarezza il da farsi. La chiamata di Dio non annulla la libertà dell’uomo ma, al tempo stesso, comunica una parola che non lascia scampo… a quelli che cercano la verità.
Gesù non arruola gli intellettuali ma i pescatori. Parte dagli umili, da quelli che non hanno niente e non contano niente. Eppure ad un gruppo come questo, che vale poco o niente agli occhi del mondo, egli chiede di realizzare una storia radicalmente nuova e capace di sfidare i secoli, una storia che nessuna tempesta potrà distruggere. Non è sorprendente tutto questo? Non sarebbe follia anche solo pensare una cosa come questa? La vicenda iniziale si ripete lungo i secoli. Anni dopo, scrivendo alla comunità di Corinto, l’apostolo Paolo ricorda con fierezza l’umile condizione di quelli che avevano accolto la fede: “non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili”. Al contrario, Dio ha scelto “quello che è stolto per confondere i sapienti”; e “quello che è debole per confondere i forti” (1Cor 26.27). Contemplando la numerosa schiera dei santi, oggi rendiamo grazie a Dio per avere scelto anche noi; e chiediamo la grazia di camminare fedelmente nelle sue vie, senza mai voltarci indietro.
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