BRICIOLE diBriciole di Vangelo - Avvento

4 dicembre 2019

4 Dicembre 2019

Pensaci Tu

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,29-37)
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Il commento

Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati” (15,30). L’avvento c’immerge nella faticosa storia dell’umanità che cammina verso la luce. Il brano evangelico annuncia che questa luce risplende pienamente nella persona di Gesù. Anche se Gesù è sempre in compagnia dei discepoli, i verbi sono tutti al singolare, il racconto parla solo di Lui, come se fosse solo. È Lui il vero e unico protagonista, la gente si dirige verso di Lui perché sa che Lui solo può rispondere al grido di sofferenza che portano nel cuore. La folla è l’icona di un’umanità ferita e umiliata, costretta a camminare ai margini della storia, a volte schiacciata dal peso della malattia. La presenza del Nazareno, che la gente riconosce come il Profeta inviato da Dio, è come una luce che accende nuovamente la speranza. Tutti quelli che hanno malati li portano a Gesù e “li deposero ai suoi piedi” (15,30). Così leggiamo nel Vangelo. Si tratta di una traduzione raffinata. Il verbo greco [ríptō] letteralmente significa gettare. Se volessimo rispettare il senso originale, potremmo anche tradurre: “li gettarono ai suoi piedi”. In questo gesto possiamo intravedere la stanchezza, anzi direi lo sfinimento. La gente non sa più cosa fare, non sa come affrontare una situazione che tante volte diventa insostenibile. Per questo, consegnano a Gesù i loro familiari e il loro dolore, come se dicessero: “Pensaci Tu, tu solo puoi fare qualche cosa”. Un’immagine sempre attuale. Quante famiglie sono sfinite e scoraggiate, si sentono abbandonate dallo Stato e dimenticate da Dio. Il male fa male. La malattia è sempre e comunque un peso. Dove c’è la malattia, c’è anche il male, inteso in senso morale. C’è anche il maligno che cerca di mettere in atto tutte le sua subdole tentazioni per allontanare l’uomo da Dio. La folla del Vangelo è sfinita ma ha trovato Qualcuno al quale consegnare il proprio dolore. Gesù non solo li accoglie ma “guarì tutti” (15,30). Un’immagine eloquente di quello che Dio vuole realizzare attraverso la Chiesa. Chiediamo la grazia di farci trovare pronti e di rispondere con una carità semplice, sincera ed eroica.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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