Maria Santissima Madre di Dio

È possibile trasformare il pianto in sorriso? Maria ha fatto così…

di don Gianluca Coppola

Voglio dirti che quelle strade e quelle borgate, di Nazareth, erano piene di ostacoli, di pietre e terra senza ordine e direzione, proprio come il tuo cuore barricato dietro gli idoli e i desideri di questo mondo. Eppure, quell’angelo, Gabriele era il suo nome, arriva in quelle vie, le peggiori, per annunciare che c’è qualcosa di troppo grande a venire. Qualcosa per cui vale la pena vivere.

Le strade polverose di quella borgata dispersa non conoscevano il clamore delle folle calpestanti. Strade senza speranza e senza futuro. Meandri dimenticati di una umanità rassegnata alle periferie dell’esistenza, strade di paese che conducono alla chiusura e a maledire una vita senza sbocchi e senza futuro. Sembrano le strade delle nostre città di periferia. Sembrano i corridoi non illuminati dalla speranza dei nostri cuori oppressi dal non senso e dal mal di vivere.

Nazareth 1 a.c., nel borgo più sperduto una tenera fanciulla medita la Parola di Dio. E mentre il suo cuore trasaliva di gioia in un quartiere triste riceve la visita di una Angelo (cfr Lc 1,26-38). Quante riflessioni su quel momento cruciale della storia della salvezza, il momento fondante. Non voglio con te, caro giovane e non, che leggi, cimentarmi in una nuova, ulteriore riflessione sull’Annunciazione. Vorrei dirti come si sentivano le strade di Nazareth, come quella terra calpestata da piedi indifferenti alla vita ha reagito a un evento di tale portata. Non si era mai visto per quelle vie un fatto tale e quindi quelle vie non si aspettavano un evento simile. Tu e io crediamo ancora che Dio può toccare il non senso delle nostre strade, giuste o sbagliate che siano? Stai camminando in corridoi ciechi che forse ti sembrano anche i migliori, perché quando li hai imboccati erano pieni di luci e false speranze. Quel giorno seduto davanti al tuo computer ti sei detto, ecco ho trovato finalmente qualcosa che non mi fa pensare e hai cominciato la tua folle corsa verso il vizio. Quella notte stritolato dall’ansia hai cominciato a cercare parole e persone su un motore di ricerca e hai scoperto un mondo dove tutto è consentito, dalla testa ai piedi, nell’anonimato più ristretto. Quella mattina a scuola, nel tedio generale di volti di compagni e il tuo, stravolti dall’ennesima lezione senza umanità di un professore stanco e mal pagato, ti sei rifugiato nei “profumati” bagni della scuola e nell’olezzo sconfortante qualche “amico” all’avanguardia ti ha passato il primo spinello, che poi è diventato il primo prodotto di una catena di montaggio mai interrotta. E ora?

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Voglio dirti che quelle strade e quelle borgate, di Nazareth, erano piene di ostacoli, di pietre e terra senza ordine e direzione, proprio come il tuo cuore barricato dietro gli idoli e i desideri di questo mondo. Eppure, quell’angelo, Gabriele era il suo nome, arriva in quelle vie, le peggiori, per annunciare che c’è qualcosa di troppo grande a venire. Che il bello deve ancora iniziare. Che nei quartieri malfamati del tuo essere vuole nascere, attraverso la Vergine Maria, il Cristo salvatore. E così mentre tutti si aspettavano che il Messia dovesse nascere nel palazzo del re, dove ogni cosa è in ordine, pena la morte, Lui sorprende tutti e si sceglie un grembo immacolato sì, ma in mezzo a una generazione “perversa ed adultera” (Mt 12,39) tra le strade di borgate senza sbocco e senza pace e va a nascere in una stalla fuori dai circuiti di quelli che contano.

Forse il bene è proprio dietro l’angolo del tuo fallimento. Ciò che stai vivendo non è una cella di rigore da cui non poter evadere. Ciò che ti ha portato al pensiero di farla finita è in realtà la linea di partenza di una corsa non ancora iniziata. Basta uscire dalla massa, cominciare a cantare fuori dal coro stonato del “vabbè, lo fanno tutti” e iniziare a sentire la bellezza della vita, di nuovo, come quando eri bambino, prima di tutte le ferite che ti hanno tolto il sorriso.

La Madonna ha fatto proprio così, fuori dai pettegolezzi e dalle beghe del paese, lontana dalla polvere e dalle pietre d’inciampo di strade malfamate si è ritirata a meditare. Che parola è meditare? In un mondo costruito sull’inflazione delle parole e il bombardamento di immagini. Dove l’unico vangelo sembra siano diventate quelle immagini demenziali con figure e frasi a effetto per ridere senza intelligenza che circolano su profili social e ogni giorno come “buongiorno” sui nostri gruppi di WhatsApp. Tutto orientato a pensare poco. Il risultato è solo una grande tristezza dei cuori. In questo tempo di attesa cerca di fermarti a guardarti dentro, segui l’esempio della Vergine che seppur Immacolata per Grazia, ogni giorno della sua vita ha scelto di restare nella Grazia. Dio l’ha scelta e preservata una volta per sempre ma lei sempre ha scelto Dio e si è preservata per essere sua ogni giorno della vita. Chiedi a lei come ha fatto. Chiedigli aiuto! Pregare la Madonna non è una cosa vecchia e passata, non c’è niente di più umano e innovativo di affidarsi a chi per primo ha sperimentato.

Non è la via della frivolezza e dell’evitare di pensare che ci porterà ad essere contenti della nostra vita, è esattamente il contrario. Dio ci ha creati per la libertà. Non di fare tutto quello che ci suggeriscono i fianchi, ciò diventerebbe una schiavitù peggiore ma di essere ciò che siamo chiamati ad essere davvero, nel Suo progetto.

Maria ha fatto proprio così, quanti sogni e desideri avrà avuto nel cuore eppure ha detto di sì al piano di Dio. Provaci anche tu! Proprio tu che ti senti incapace, che credi di appartenere a una città dove non ci sono speranze, che stai camminando sulle strade del vizio e del non senso. Tu che ti senti buono a nulla. Proprio tu potrai trasformare le strade noiose della tua Nazareth interiore in velocissime panoramiche sopraelevate vie, magnifiche, da cui poter ammirare il belvedere dei tuoi sogni che si realizzeranno.




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