Africa

“La mia Africa!”

Nunzia in Burkina Faso

di Ida Giangrande

Mercoledì 18 dicembre, a Poggiomarino (NA) una festa per raccogliere fondi per costruire una scuola in Burkina Faso. Ne abbiamo parlato con la responsabile, Nunzia Tommaseo: “Mentre l’aereo lasciava quella terra ho avuto chiaro nel cuore che ci sarei ritornata e che avrei fatto qualcosa per quella gente. Con il vostro aiuto posso riuscirci”.

L’aria vivace e quel fare spigliato si sposano perfettamente con i suoi riccioli simil-rosso che ondeggiano sulle spalle accompagnando una vocina allegra. Nunzia Tommaseo, sposa appassionata, madre dedita, imprenditrice affermata è una donna moderna, di quelle che fanno 100 cose in un istante. A prima vista non manca nulla alla sua vita eppure qualcosa, in fondo alla sua anima, un giorno l’ha indotta a lasciare per alcuni giorni il suo negozio di hair stylist per andare in Africa. Non una zona qualsiasi dell’Africa, ma la più povera e forse anche una delle più pericolose: il Burkina Faso. 

Cosa ti ha spinto a partire per l’Africa quando la tua vita è già così piena di impegni qui in Italia?

Nella frenesia della mia vita quotidiana sentivo che mancava qualcosa. C’era un vuoto nell’anima che non riuscivo a colmare. Quando mi è arrivato l’invito a partire ho sentito che fosse Dio a chiedermelo, che mi guidava a vivere un tempo lontano dalla mia quotidianità, una esperienza di fede e di carità.

Perché il Burkina Faso?

A Koupela la Fraternità di Emmaus, Movimento di spiritualità coniugale e familiare a cui appartengo, ha una missione. Ci siamo sentiti in dovere, sia io che mio marito, di sostenere questa grande opera diventando benefattori dell’Oasi Santa Teresa in cui vivono consacrate che mettono la propria vita a servizio degli ultimi. A un certo punto però sostenere non mi bastava più. È facile inviare del denaro, molto più difficile è lasciare tutto per andare lì e respirare quello che loro respirano, vivere quello che loro vivono. 

Hai trovato quello che cercavi?

In realtà sono partita senza sapere bene cosa stavo cercando. Mi sono lasciata guidare e lì ho trovato Gesù ad attendermi. Lo vedevo ovunque. Tutto mi parlava di lui e mi riportava con la mente alla grotta di Betlemme, all’essenzialità della vita.

Cosa accadrà a Saaba?

A Saaba che dista 16/20 Km dalla capitale, nascerà un’opera missionaria molto audace. Un luogo dove la preghiera, la carità e la fede si intrecceranno per compiere i desideri di Dio in quella terra. Il progetto prevedere la costruzione di una Cappella, un’Oasi di accoglienza, alloggi per sposi, una scuola materna per 300 piccoli e la Cittadella universitaria, stanze per giovani che portano nel cuore il desiderio di poter studiare. E infine un’area di formazione e di insegnamento dei lavori artigianali. Un progetto ambizioso che, sono sicura, potrà essere realizzato con l’aiuto e il sostegno di molti amici.

Tu ti occupi dell’asilo? Come è nata l’idea? 

Quando la mia esperienza africana è finita, mentre l’aereo lasciava quella terra ho avuto chiaro nel cuore che ci sarei ritornata e che avrei fatto qualcosa per quella gente. Un giorno ero stata nella brousse, una zona dove la povertà abbonda, spesso miete vittime, anche le cose più scontate del nostro stato civile, per la gente che vive in quei villaggi sono un sogno. Quel giorno mi ha segnata forse per tutta la vita. Non dimenticherò mai i bambini di quei villaggi. I genitori erano a lavoro, e loro erano abbandonati a sé stessi. Chiesi perché non fossero a scuola. Mi risposero che la scuola era troppo lontana a circa 30 km. Quello che per noi è un diritto per loro è un miraggio. Erano analfabeti, sporchi, senza norme igieniche e sanitarie. Avevano voglia di giocare e di imparare ma avevano pietre al posto di bambole e macchinine e bastoncini secchi al posto di penne e quaderni. Quando ho raccontato questa esperienza al nostro custode, don Silvio Longobardi, ha avuto l’ispirazione di affidarmi il compito di realizzare una scuola per questi bambini. Il progetto si chiama “Mi porti a scuola?” e prevede la realizzazione di 6 aule che ospiteranno 50 bambini provenienti dai villaggi poveri del territorio.

Il 18 dicembre è previsto un evento particolare giusto?

Sì, si chiama “Tombola con noi” una serata ricca di allegria, con giochi, premi, buffet di dolci natalizi. Tutto offerto e donato da chi porta nel cuore il desiderio di collaborare a quest’opera. L’appuntamento è a Poggiomarino (NA), presso il locale “Nando e Tony” alle ore 20.00.

Oltre a partecipare all’evento cosa possiamo fare per aiutarti?

Le possibilità di partecipare all’edificazione di questa scuola sono tante. Tutto passa, purtroppo attraverso il finanziamento di quest’opera, ma a me piacere entrare in contatto con le persone per far vedere loro cosa abbiamo fatto e magari invitarle a venire con noi in Africa che non è così lontana come sembra. Per cui raccomando sempre di scrivermi all’indirizzo nunziatommaseo@alice.it

Per chi invece volesse partecipare facendo una piccola donazione riporto di seguito le coordinate bancarie: Banca Fineco S.P.A. filiale 03200 c/c bancario intestato a Fondazione Emmaus IT22W0301503200000003667864 indicando nella causale “Area istruzione e formazione”. 

Nunzia una parola per convincere i lettori a contattarti…

“Vieni e vedi”. L’Africa ti conquista. Sono tante le immagini che scorrono in televisione, spesso si racconta solo la parte più dolorosa i bambini con le pance gonfie, le mosche sulla faccia. Ma la dignità con cui gli africani sanno vivere la povertà, trasmette un senso di libertà interiore che la televisione non può raccontare e nemmeno io posso farlo. È per questo che ai benefattori dico: non limitatevi a versare del denaro, venite a conoscere gli africani. Come è successo per me, sarete costretti a riflettere sul senso della vita e delle cose e, magari chissà, potrete trovare Gesù anche voi.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.