Natale

Profeti di sventura o architetti di Dio? Quali valori mettere sotto l’albero?

Presepe

di Elisabetta Cafaro

Il Natale è alle porte, a giudicare dalle luminarie sembra essere tutto pronto per accogliere Gesù, ma a ben guardare, le cose stanno diversamente. Cosa e quali regali o valori vogliamo mettere sotto il nostro albero di Natale e quali personaggi del presepe vogliamo rappresentare?

Fare il presepe è una tradizione che si è tramandata di generazione in generazione nella mia famiglia. In verità non ho mai partecipato attivamente a questo evento, ma con interesse ho sempre osservato la cura con la quale prima il mio bisnonno, poi mio nonno e, infine, il mio papà si dedicavano al “presepe di famiglia”. Il primo presepe, come mi raccontava mia nonna, era fatto con pastori di stoffa, abilmente lavorati a mano. Questi pastori nel tempo sono stati sostituiti con quelli di gesso.

In casa amavo osservare l’attenzione che tutti riponevano nei preparativi per il Natale, percepivo con gioia la felicità dell’attesa e mi piaceva anche passare molte ore a guardare i pastori e a inventare nomignoli per ognuno di loro. Attualmente è mio fratello Peppino, che ogni anno con grande pazienza e grande cura, come da tradizione, prepara il nostro presepe di famiglia. Oggi potrebbe sembrare una tradizione fuori luogo visto che nessuno di noi vive più in casa e che i miei genitori non ci sono più, eppure questo presepe è per noi un momento di ritrovo, una grande gioia che fa bene al nostro cuore, ci unisce facendoci riscoprire la bellezza della famiglia in tutta la sua semplicità e armonia. Il presepe è diventato il nostro punto d’incontro, un messaggio di luce, di speranza e di amore, capace di sostenerci nel cammino della vita.

Questi pensieri sul Natale e sul presepe mi accompagnano mentre ci stiamo dirigendo con i ragazzi del liceo ad un’opera teatrale di Plauto dal titolo “Miles Gloriosus”. Si narra di un soldato di nome Pirgopolinice, un millantatore vanaglorioso, noto per le sue spropositate e infondate vanterie. Questo soldato verrà punito dal solito servo furbo che, alleato con altri personaggi, permetterà alla ragazza, la giovane Filocomasio, rapita dal soldato, di ricongiungersi con il suo padrone. Quasi la metà dei versi escono dalla bocca del servo Palestrione, che è il vero protagonista della scena, con i suoi piani che gli fanno più volte meritare il titolo di architetto.

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La trama dell’opera si presenta come un abile (anche comico) intreccio di vanagloria, furbizia, amicizia e amore, tematiche di grande attualità. Accarezzo con gli occhi la mia bellissima, caotica città partenopea, mentre alzo lo sguardo verso il cielo, non posso fare a meno di sorridere nel vedere che Napoli è “abbracciata” da un maestoso arcobaleno. È proprio vero, questa città regala sempre emozioni ai suoi visitatori anche se non c’è il sole. Il suono delle zampogne che proviene da un vicoletto stretto e lungo che delimita una delle tante vie che porta al mare annuncia che la festa del Natale è alle porte. Il mondo è pronto ad accogliere Gesù. Le luci sono accese. Come non provare un brivido di gioia e felicità nel vedere tutti questi colori che illuminano le nostre città o nel pensare ai dolci buoni che sicuramente non mancheranno in tante nostre case? Cosa e quali regali o valori vogliamo mettere sotto il nostro albero di Natale e quali personaggi del presepe vogliamo rappresentare? Come ci stiamo preparando ad accogliere Gesù che sta per nascere?

La vita è come un arcobaleno ricco di colori, dove bene e male nella nostra umanità si affrontano, si confrontano, ci interpellano, ci lasciano riflettere. L’uomo di tutti i tempi si pone domande e vuole risposte da Gesù che sta per rinnovare con la sua nascita il patto d’amore con gli uomini. Ritroviamoci allora tutti accanto al presepe. Natale significa imparare ad essere migliori, essere migliori significa saper costruire relazioni sincere, perché dalle relazioni sincere si edifica un mondo più giusto e meno cattivo. La famiglia di Gesù ci educa all’amore, al rispetto, alla verità. Chiediamo, guardando il presepe, a questa famiglia di diventare la nostra stella guida. Solo con il loro esempio e con la grazia della loro forza possiamo scavalcare le montagne che la vita ci presenta e scoprire che anche in un cielo grigio e spento può esserci sempre un meraviglioso arcobaleno a farci compagnia e a colorare la nostra giornata.

Buon Natale a tutti voi!




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1 risposta su “Profeti di sventura o architetti di Dio? Quali valori mettere sotto l’albero?”

La famiglia è un luogo caldo e accogliente entro il quale riusciamo ad essere noi stessi e a gioire della compagnia di familiari ed amici. La famiglia deve trovare, di volta in volta, un motivo per riunirsi, nonostante le difficoltà che ogni singolo membro ha, e se il Natale può esserlo, di sicuro il presepe è ciò che può creare memorie condivise e indimenticabili, insieme a regali ed albero. In più, il presepe assume un significato particolare a livello simbolico, religioso e familiare, dato che quella è “la sacra famiglia”, la sua storia, le sue origini. È da qui che ha mosso i primi passi il Signore e da qui può solo guidarci per essere persone, famiglie e compagnie sempre migliori, sempre in crescita. Su questo modello è possibile ritrovare la propria strada, sia come singolo che come membro di una calda ed accogliente famiglia, riunita tutta intorno ad un gesto semplice e pieno d’amore come quello di realizzare insieme il presepe.

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