
Il silenzio di Maria
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Il commento
“Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (1,39). Ieri abbiamo contemplato il mistero di un Dio che bussa alla porta di Maria, oggi andiamo con Maria nella casa di Zaccaria. L’eccomi della Vergine fa della sua carne la dimora di Dio. Lo stesso eccomi sospinge la giovane a mettersi in cammino per portare la luce di Dio nelle case dell’umanità. Oggi contempliamo la fede di Maria, una fede adulta che accetta la sfida della storia. La giovane fanciulla non appare affatto chiusa, tutta concentrata su se stessa, nel tentativo ingenuo di custodire gelosamente il mistero ineffabile a lei affidato. Al contrario, si alza e cammina nella storia. È sospinta dal soffio dello Spirito che dimora in lei, nel suo movimento possiamo cogliere la fretta di Dio che desidera raggiungere ogni uomo. È Maria la protagonista di questa scena, tutti i verbi sono al singolare: si mette in viaggio, entra nella casa di Zaccaria, saluta Elisabetta (1, 39-40). L’evangelista sottolinea tre volte questo gesto abituale e gli effetti che provoca: “appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo” (1,44). La presenza dello Spirito, che reso fecondo il suo grembo (1,35), ha dato a Maria l’audacia della fede. La sua intraprendenza tuttavia si ferma sulla porta di casa. In effetti, a parte il saluto iniziale, ella resta in silenzio. Elisabetta appare in primo piano, sono sue tutte le parole ma dobbiamo anche aggiungere che sono tutte rivolte a Maria. La giovane fanciulla avrebbe molte cose da dire ma sceglie di tacere, non presenta le sue credenziali, non vanta titoli né meriti. Ella sa di essere solo l’umile serva. Lascia a Dio il compito di manifestare la grazia nascosta. Illuminata dallo Spirito, Elisabetta, percepisce in lei una speciale presenza di Dio e la proclama “benedetta fra le donne” e “madre del Signore”. Insieme a tutta la Chiesa oggi vogliamo riprendere queste parole per lodare Maria e chiederLe di portare anche nella nostra casa la luce e la forza dello Spirito.
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