CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

La famiglia diventa la casa di Dio. Riflettori su Nazaret

23 Dicembre 2019

Sacra Famiglia

Non basta sottolineare l’essenziale ruolo educativo che la famiglia può svolgere nella società. Nazaret dice molto di più, insegna che la famiglia è un passaggio obbligato della storia della salvezza. È questa la lieta notizia che dobbiamo fa risuonare in questi giorni.

Natale è la festa dei richiedenti asilo, il primo di questi si chiama Gesù, uno straniero senza permesso di soggiorno. Maria è una ragazza madre che vive una situazione irregolare, icona e primizia di una Chiesa che apre le porte e s’impegna a fare dell’accoglienza dei poveri il suo punto qualificante.

Non mi stupirei se la predicazione di questi giorni prendesse una piega del genere. Ormai fa parte di quel politicamente corretto che imperversa anche nella Chiesa. E perdiamo così l’occasione per ricordare che il Natale è per sua natura la festa della famiglia. Dio sceglie di entrare nella storia attraverso una famiglia. Giovanni Paolo II diceva che questo evento qualificante della storia salvifica è sufficiente per sottolineare il ruolo e il valore che la famiglia, ogni famiglia, è chiamata ad esercitare nella storia. Questo annuncio non è più scontato in un contesto culturale che in buona sostanza pensa di fare a meno della famiglia.

Non basta sottolineare l’essenziale ruolo educativo che la famiglia può svolgere nella società. Nazaret dice molto di più, insegna che la famiglia è un passaggio obbligato della storia della salvezza. È questa la lieta notizia che dobbiamo fa risuonare in questi giorni. Parafrasando Sant’Agostino, possiamo dire: “Ridestatevi, o sposi, Dio è venuto ad abitare in una famiglia per fare di ogni famiglia la sua dimora”. 

Leggi anche: A Nazaret Gesù impara da Maria e Giuseppe a destreggiarsi con i pennelli!

La nascita di Gesù appartiene alla categoria degli fatti eclatanti, anzi è il Fatto più straordinario che possa accadere. E tuttavia, Dio ha voluto che questo evento fosse avvolto dalla più straordinaria normalità. Il Natale ci immerge nella storia quotidiana: Dio viene in mezzo a noi e vive nel contesto di una famiglia, in apparenza uguale a tutte le altre. È un Dio che non vuole farsi notare, non viene suonando la tromba, non cerca consensi né applausi. Gesù cresce a Nazaret come tanti altri bambini: impara a parlare e a pregare, gioca e si diverte, aiuta il padre nel suo lavoro e, dopo la morte di lui, si assume la responsabilità di provvedere alla sussistenza sua e della madre. Tutto ha il sapore della vita feriale. Certo, il mistero avvolge quella casa di una particolare luce. Ma rimane nascosto nella carne.

Questa singolare esperienza è certamente una provocazione per tutta la Chiesa ma offre una luce particolare alle famiglie. L’esperienza domestica appare tante volte immersa nella luce grigia di una quotidianità che sembra azzerare ogni slancio. Non è inutile sapere che proprio l’ordinaria fatica, se vissuta con fedeltà diventa lo spazio umano in cui Dio viene ad abitare. Nazaret diventa così la stella luminosa della vita domestica. Maria e Giuseppe vivono un’esperienza unica e irripetibile ma consegnano a tutti gli sposi la certezza che una vita intessuta di fede è capace di fare della vita domestica, anche di quella che appare fragile e precaria, un frammento di Cielo. I Santi Sposi di Nazaret non sono eroi ma umili testimoni di quello che Dio può fare quando incontra qualcuno che gli apre le porte, senza se e senza ma. 




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