Santità

“Siate uomini … fino in cima”

di Giovanna Abbagnara

La santità non chiede mezze misure, ce lo dimostrano gli uomini e le donne delle pagine che presento nel libro “Voi siete l’adesso di Dio” scritto a quattro mani con fra Vincenzo Ippolito. Uomini e donne che non hanno esitato a donare tutto.

«Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore a cui da sempre siamo stati chiamati: i giovani santi ci spingono a ritornare al nostro primo amore (cfr Ap 2,4)». (Christus vivit, 50). Sì, il Papa ha proprio ragione! I giovani santi ci spingono a ritornare al primo amore. Alle sorgenti della nostra felicità. La loro vita, la loro testimonianza non è solo utile al cammino ma decisiva e fondamentale. Con le loro gesta, gli scritti, le scelte, essi mettono nel cuore santi desideri e una struggente nostalgia di voler dare un senso alla nostra vita. 

Oggi tendiamo a mettere Dio fuori gioco dalla nostra vita. Vogliamo decidere tutto, senza condizionamenti. Spesso però il nostro cuore inquieto non riesce a trovare quella pienezza che pure desideriamo con tutte le forze. Siamo stati pensati per l’eternità. Le scelte che non hanno questo afflato spesso si rivelano gioie passeggere. I santi ci insegnano che riconoscere i propri limiti è faticoso ma è proprio questa fatica che permette a Dio di lavorare nel nostro cuore e donarci quelle luci necessarie a trovare il coraggio di cambiare strada. 

Lui è un Padre amorevole che ci guarda con amore. Il suo sguardo non è giudicante, il suo sguardo non fa ammenda delle nostre colpe, guarda oltre le ferite e le brutture del peccato. Per quanto il diavolo tenti di sfigurare la nostra anima, Lui non volge il suo sguardo altrove come quando ci presentiamo agli altri nel nostro outfit peggiore. Anzi sembra proprio aspettarci lì, ha in mano l’abito migliore per rivestirci di quella dignità perduta. 

Dio è il migliore artigiano nell’arte del Kintsugi. Rimette insieme i cocci della nostra vita e ne fa un capolavoro bellissimo. Egli conosce uno ad uno i punti di rottura, i tradimenti, le ribellioni. Eppure, è lì pronto a riversare su quelle cicatrici il balsamo del perdono e della salvezza. L’oro della consolazione e della speranza. 

La santità è semplicemente corrispondere al suo sguardo. È non volgere gli occhi altrove. È lasciarsi amare da Lui. È accettare che Lui lo faccia nonostante siamo impresentabili o non ci sentiamo degni.

Santa Teresa di Gesù Bambino si presenta come un uccellino che ha gli occhi di un’aquila, non ha le ali ma le può chiedere e sa che è capace di andare al di là di quello che immagina. “Io mi considero come un uccellino debole, coperto di un po’ di piuma lieve; non sono un’aquila, ho dell’aquila soltanto gli occhi e il cuore perché, nonostante la mia piccolezza estrema, oso fissare il Sole divino, il Sole dell’Amore, e il mio cuore prova tutte le aspirazioni dell’aquila…” (Storia di un’anima). Teresa sa di essere debole ma nello stesso tempo ha il cuore forte di chi osa sperare tutto da Dio e Lui compie in lei grandi cose. Senza Dio l’uomo è incapace di realizzare se stesso. Questo messaggio di speranza traspare limpido attraverso la vita dei santi. 

La santità non ha nulla a che vedere con le logiche della ragione e dell’apparenza. I più grandi santi in vita sono stati definiti, pazzi, eretici, fuori dalle righe, per poi comprendere che cercavano sempre e ostinatamente di corrispondere a quell’amore che li chiamava a donare la loro vita. I santi sono quegli uomini e quelle donne che hanno trovato una ragione per cui dare la vita: Gesù. 

L’8 dicembre 1990 parlando ai giovani dell’Azione cattolica, don Tonino Bello diceva: “Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi. Non fermatevi, perciò, a mezza costa: la santità non sopporta misure discrete”. La santità non chiede mezze misure, ce lo dimostrano gli uomini e le donne delle pagine che presento nel libro “Voi siete l’adesso di Dio” scritto a quattro mani con fra Vincenzo Ippolito. Uomini e donne che non hanno esitato a donare tutto. La totalità è la misura dell’amore. Solo chi è disposto a permettere a Dio di regnare nel proprio cuore, di prendere il primo posto può giungere in cima. Potremmo dire con papa Francesco, imparare ad osare: “Osa essere di più, perché il tuo essere è più importante di ogni altra cosa. Non hai bisogno di possedere o di apparire. Puoi arrivare ad essere ciò che Dio, il tuo Creatore, sa che tu sei, se riconosci che sei chiamato a molto. Invoca lo Spirito Santo e cammina con fiducia verso la grande meta: la santità”.

Sono piccole biografie in cui traspare ora un aspetto e ora un altro della vita interiore. Piccole luci che illuminano il cammino, tasselli di un’esperienza più bella e più grande che si chiama Chiesa. 

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