Oggi, 2 gennaio alle ore 10, nella chiesa di Pozzo di San Giovanni Lupatoto e trasmesse in diretta su Telepace, si terranno le esequie di Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, francescano e vicario apostolico di Tripoli in Libia.

Aggrappato alla croce pettorale, la voce calda e sicura che mi ricordava tanto quella di San Giovanni Paolo II, la ferma postura di chi ha vissuto una vita non semplice ma non si è mai arreso: è così che voglio ricordare padre Giovanni Martinelli incontrato per la prima volta nel 2013, nell’infermeria dei Frati minori della Provincia dell’Immacolata Concezione in Campania, dove si trovava per riprendersi da un brutto intervento. Un incontro che porterò nel cuore come una reliquia preziosa. 
Quando incontri i grandi della storia, quando dinanzi hai la percezione di parlare con un uomo di Dio che non si è sottratto a nessun pericolo, né umiliazione pur di annunciare e testimoniare la bellezza del Vangelo, non puoi che ringraziare il Signore per questi incontri che profumano di vita. 
Monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, è morto nel pomeriggio del 30 dicembre. Da qualche anno era ospite del Centro di cura per anziani dei Frati Minori di Saccolongo in provincia di Padova. Nato in Libia, a El Kadra, il 5 febbraio del 1942, aveva 77 anni. La sua salma sarà sepolta nella Cattedrale, a Verona. Aveva dovuto rinunciare con grande dolore al governo pastorale del vicariato di Tripoli all’inizio del 2017, dopo 46 anni di apostolato in Nord Africa, 32 dei quali come vescovo. Quando arrivò in Libia trovò 150mila battezzati, nel 2015 ne erano rimasti neppure 300, perlopiù cristiani filippini. Ciò nonostante, non è mai voluto ritornare in Italia. Come mi confidò in questa intervista che ripropongo a tutti, scelse di restare non solo per i cristiani ma anche “per quei libici che con gli estremismi non hanno nulla da spartire”. Sono certa che dal cielo continuerà la sua missione. 

Leggi qui: L’intervista a padre Giovanni Martinelli