6 gennaio 2020

6 Gennaio 2020

In silenzio

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Il commento

Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono” (2,11). Nella prima parte del brano evangelico (2, 1-8) le parole si sprecano: i Magi arrivano a Gerusalemme e chiedono dov’è il re dei giudei (2,2); parlano anche le autorità religiose d’Israele, interpellate da Erode; spetta a quest’ultimo poi comunicare agli stranieri indicazioni più precise circa il luogo di nascita. Una cascata di parole, tante voci che s’intrecciano. La seconda parte, invece, è segnata da un profondo silenzio (2, 9-11). Quando finalmente i Magi giungono a Betlemme ed entrano nella casa, sono avvolti e contagiati da un grande silenzio. Tutto l’incontro è avvolto dallo stupore. Quando si trova dinanzi a Dio l’uomo tace per lasciare a Lui la parola. Nella scena evangelica Dio parla attraverso la presenza di un neonato, si presenta come un Bambino per abbattere l’orgoglio dei potenti. Dinanzi a quel bambino i Magi perdono ogni orgoglio: “si prostrarono e lo adorarono” (2,11). Il primo gesto è descritto con un verbo [píptō] che significa cadere a terra. L’incontro suscita un movimento discendente, quando si trova dinanzi a Dio l’uomo chiude la bocca e si prostra a terra. È interessante notare che il vedere riguarda tanto il figlio che la madre, l’adorazione invece è chiaramente rivolta solo a Gesù. L’unità tra Gesù e la Madre non deve ingannare. Maria è il grembo che accoglie, il seno che nutre, l’abbraccio che riscalda. Ma l’attenzione è tutta e solo rivolta a Gesù. Se il nostro sguardo si volge a Maria, se la invochiamo è solo per chiederle di farci arrivare al Figlio per mezzo del quale tutti riceviamo vita.

Signore Gesù, svela anche a noi il tuo volto adorabile e suscita le lacrime sincere dello stupore e del pentimento. Donaci di togliere le vesti dell’orgoglio e di farci piccoli per ricevere l’abbraccio di Maria, tua e nostra Madre. Insegnaci a riconoscerti nel Pane della vita e nel fratello che attende una carezza, nella Parola che illumina e nel grido di chi è solo. E fa’ anche di noi la casa dove chi cerca la verità può incontrarti e ricevere una vita nuova e una gioia vera. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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