7 gennaio 2020

7 Gennaio 2020

Dio accende la luce

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-17.23-25)
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Il commento

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce” (4,16). La festa dell’Epifania non chiude il tempo del Natale. La liturgia invita a rileggere quelle pagine evangeliche in cui la luce, fugacemente era apparsa a Betlemme, risplende pienamente nelle parole e nelle opere di Gesù. Sulla soglia di questa grande avventura, come una sorta di introduzione al ministero pubblico del Nazareno, l’evangelista riporta una parola antica (Is 9,1): il profeta Isaia annuncia che proprio quelle popolazioni umiliate, che avevano sperimentato la rovina e l’angoscia, e sembravano condannate a vivere nell’ombra della morte, riceveranno una grande luce, sarà loro data una speranza nuova, potranno tornare a vivere. Tutto questo si compie quando Gesù inizia a predicare in Galilea (4,17). La sua parola è accompagnata fin dall’inizio da segni eloquenti: “conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì” (4,24). I gesti di guarigione attirano una folla numerosa. Gesù non si sottrae all’abbraccio della gente e accoglie tutti, vuole così manifestare l’amore di Dio per tutti, soprattutto per i piccoli e i poveri, quelli che non hanno speranza e pensano di essere abbandonati, quelli che non avrebbero avuto alcuna possibilità di ricevere la guarigione. Nelle tenebre che avvolgono il mondo Dio accende sempre una luce.

La cronaca è piena di ombre. Siamo immersi in una storia che suscita non poche inquietudini. E tuttavia, invece di amplificare le ombre, oggi chiediamo la grazia di fare spazio alla luce. Le ombre fanno paura e innalzano muri di diffidenza e di ostilità. La luce invece permette di vedere persone e cose nella loro realtà. Proclamare i valori non basta, impegniamoci ad accendere la luce. Possiamo e dobbiamo seminare parole e gesti capaci di comunicare speranza. Ma ricordiamoci che è Gesù la luce del mondo. È Lui che dobbiamo annunciare, è la sua Parola che deve risuonare. Tutto il resto è solo una conseguenza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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