9 gennaio 2020

9 Gennaio 2020

Le fragili ali dell’entusiasmo

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,45-52)
[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

Il commento

E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla” (6,45). Non è solo il racconto di una notte ma una pagina di poesia che scava a fondo nell’animo umano e ci permette di intravedere le paure che si annidano nel nostro cuore. La pagina evangelica è un affresco della Pasqua: descrive l’angoscia del sabato santo e la gioia del ritrovamento. L’impronta pasquale non toglie storicità al fatto narrato da Marco. È un racconto costruito con due passaggi improvvisi. Il primo riguarda la decisione di allontanare i discepoli. Il miracolo dei pani ha suscitato tra la folla – e nel gruppo apostolico – un entusiasmo ingenuo ma anche pericoloso. Gesù conosce la fragilità dei suoi discepoli, per questo interviene con determinazione: l’avverbio subito e il verbo costringere danno alle sue parole la forma e la forza di un comando al quale i discepoli non potevano in alcun modo sottrarsi, anche se non comprendono perché devono abbandonare quel luogo. Il Maestro non si lascia ingannare dal comprensibile fervore della gente, guarda più lontano e sa che quell’esperienza, invece di dare lo slancio decisivo per portare a compimento la missione, potrebbe diventare un terreno franoso. L’entusiasmo è una carica emozionale assai stimolante, ci fa sentire capaci di fare chissà cosa, in realtà ci rende ancora più fragili perché non raramente suscita scelte non ponderate perché non sono condite con la preghiera e la riflessione. Volare sulle ali dell’entusiasmo dà un’ebrezza che abbaglia la vista e, nel peggiore dei casi, può anche causare cadute rovinose. Nella vita vi sono esperienze che possono aprire orizzonti nuovi ma ogni scelta deve nascere dal confronto serio con il Signore attraverso la preghiera e l’ascolto della sua Parola. La fede non esalta l’individuo ma ci fa sentire parte di una più ampia comunità. Oggi chiediamo la grazia di lasciarci umilmente condurre da coloro che, nella Chiesa, hanno l’autorità di accompagnare i passi dei battezzati.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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