11 gennaio 2020

11 Gennaio 2020

La fede degli umili

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,12-16)
Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

Il commento

Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo…” (5,12). La manifestazione della luce passa attraverso i gesti della carità. Il protagonista della pagina evangelica è un uomo “coperto di lebbra”. Stando alla descrizione, abbiamo l’impressione che la lebbra sia come un mantello che copre tutto il corpo fino a nascondere il suo volto. La malattia ha modificato la sua identità: l’uomo lascia il posto al lebbroso. È un uomo che agli occhi degli altri ha perso la sua dignità. Forse ha davvero ha perso tutto ma, a quanto pare, ha conservato la fede, la malattia copre tutto il corpo ma non ha intaccato né cambiato il cuore. Quando s’incontra con Gesù comprende d’istinto che può ricevere la guarigione. È una scena molto commovente: “Lo vide, gli si gettò dinanzi pregandolo… (5,12), “Lo vide”: con gli occhi lo vede, con il cuore comprende, riconosce che quel Rabbì ha una particolare luce. Prima delle parole, la sua fede si esprime attraverso un gesto: “gli si gettò dinanzi”. Non si getta a terra, come uno che si lascia cadere perché è ormai rassegnato al male che lo incalza. No, quest’uomo s’inginocchia ai piedi di Gesù perché lo riconosce come il Signore della vita. La fede ci spoglia di quell’orgoglio istintivo che tante volte diventa una vera prigione. Il gesto è certamente significativo ma ancora non basta. La fede si esprime anche attraverso le parole, in questo caso si presenta come una supplica fiduciosa: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi” (5,12). Quanta umiltà in queste parole! Il lebbroso si trova in una condizione di assoluta gravità, come uno che sta per affogare, eppure non pretende nulla, si rimette alla libertà di Dio. Il secondo verbo non è meno importante perché manifesta l’intima certezza che Gesù ha il potere di guarire. “Se vuoi … puoi”: in questo binomio la fede appare nella sua autenticità. È una preghiera che dobbiamo imparare a recitare più spesso. Oggi chiediamo la grazia di coltivare la fede degli umili.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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