
Parte dalle periferie
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Il commento
“Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio” (1,14). I primi passi di un’avventura sono sempre importanti e decisivi perché manifestano l’intenzione e gli obiettivi che motivano quella nuova esperienza. La sintetica descrizione offerta dall’evangelista mostra che Gesù ha una chiara coscienza della sua missione. I gesti vengono prima delle parole. Vorrei segnalare in primo luogo l’itinerario geografico. Quando lascia Nazaret, Gesù si reca dapprima in Giudea, presso il fiume Giordano, dove viene battezzato da Giovanni. Lì riceve il sigillo del Padre (Mc 1, 9-11). Ritorna poi in Galilea e inizia la sua predicazione. La notizia può sembrare ovvia e scontata. In fondo è questa la sua terra, il luogo in cui è cresciuto. In realtà, l’evangelista non dice che torna a Nazaret ma che si reca in Galilea. Possiamo anche dire che sceglie la Galilea come luogo in cui manifestare la luce. Non è solo un dettaglio geografico, nella vita di Gesù tutto ha un valore teologico. Di fatto, sarà proprio quella regione, disprezzata da quelli che si ritenevano gli eletti di Israele, il teatro della predicazione, il luogo in cui il Figlio di Dio consegnerà parole e gesti che ancora oggi rischiarano il cammino dell’umanità.
Con il linguaggio di Papa Francesco possiamo dire che Gesù inizia dalle periferie cioè dagli ultimi. I suoi primi collaboratori non godono di una grande reputazione sociale, non sembrano i più adatti per un’avventura che vuole rivoluzionare la storia. Nel documento Evangelii gaudium (2014), interamente dedicato alla nuova evangelizzazione, il Papa chiede a tutti i battezzati di “uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”. E conclude l’Esortazione con una preghiera indirizzata alla Vergine Maria che oggi vogliamo ripetere con fede: “Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce”.
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