23 gennaio 2020

23 Gennaio 2020

Il raduno dei simpatizzanti

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,7-12)
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Il commento

Una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui” (3,8). Nella sinagoga Gesù è guardato a vista da coloro che attendano e sperano in un suo passo falso (3,2). Sulle rive del lago, invece, può esercitare il ministero nella più grande libertà. L’evangelista parla di grandi folle che arrivano da ogni dove nella speranza di essere guariti (3, 7-8). È il raduno dei simpatizzanti. Questa pagina è carica di ambiguità: la gente accorre perché riconosce in Gesù il profeta di Dio ma non si pone davvero in ascolto e non gli dà la possibilità di esercitare il suo ministero essenziale. Il Rabbì non si sottrae all’abbraccio della folla perché non vuole deludere le attese dei poveri. E tuttavia, c’è un passaggio emblematico: “Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero [thlíbōsin]” (3,9). La paura di restare schiacciato ha una sua ragion d’essere, vista la numerosa folla che assedia Gesù. Ma il verbo thlíbō ha anche un valore figurato, fa pensare ad una persona angosciata, stretta in un angolo, schiacciata dagli eventi. Nelle lettere paoline questo verbo indica l’essere tribolati (2Cor 1,6; 4,8; 7,5). La barca non è una via di fuga ma l’icona della responsabilità, non serve per allontanarsi ma per continuare la sua essenziale missione. Gesù non abbandona nessuno ma non può restare confinato nel perimetro ristretto delle attese della gente. È venuto per aprire orizzonti ben più grandi di quel pur legittimo benessere che tutti cercano. Questa pagina ha un’evidente ricaduta nella vita ecclesiale. Ci sono situazioni in cui è necessario prendere le distanze per non lasciarsi catturare dalla folla e non smarrire o sminuire la vocazione ricevuta da Dio. Dobbiamo sempre misurarci con le attese di Dio. Non basta essere simpatizzanti, impegniamoci ad essere discepoli.

Signore Gesù, tutti hanno bisogno di Te ed hanno sempre qualcosa da chiedere. Pochi si preoccupano di stare in ascolto per conoscere e fare quello Tu vuoi da noi. Tutti chiedono ciò che piace, donami la grazia di desiderare e fare ciò che piace a Te. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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