24 gennaio 2020

24 Gennaio 2020

Il cuore altrove

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,13-19)
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli – , perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Il commento

Chiamò quelli che voleva” (3, 13). Qui si parla dei Dodici, cioè il gruppo ristretto al quale Gesù affiderà le confidenze più intime, quello che riceverà il mandato di continuare l’opera missionaria (Mc 16, 15-20). Eppure non attua una particolare e rigorosa selezione, l’evangelista si limita a dire che “chiamò quelli che voleva”. Non ci sono motivi. Gesù non guarda il curriculum di ciascuno, non misura le capacità, non sceglie quelli che sono più bravi. La vocazione resta un mistero. Se scorriamo la lista la sorpresa aumenta. In quel gruppo piuttosto eterogeneo non vi sono uomini particolarmente dotti e ve ne sono altri che socialmente sono poco raccomandabili: Matteo era un pubblicano, Simone “il Cananeo” (che Luca presenta come “zelota”) aveva idee piuttosto rivoluzionarie. Due di questi discepoli avevano un carattere particolarmente rude, se Gesù stesso li chiama “boanèrghes”, cioè “figli del tuono” (3,17), persone che evidentemente non avevano un carattere molto remissivo. Cosa tiene insieme un gruppo così eterogeneo? La fiducia che ripongono nel Rabbì di Nazaret. È questo il collante che fa della Chiesa una comunità, malgrado tutte le differenze che esistono e persistono al suo interno.

Ogni vocazione si compie nella misura in cui riceve risposta, quella dei Dodici è racchiusa in queste parole: “essi andarono presso di lui” (3, 14). Il verbo della chiamata [proskaléo] contiene l’idea della prossimità. La risposta dei discepoli è perfettamente in linea con le intenzioni del Maestro. L’evangelista non si limita a dire che “andarono”, precisa che andarono “presso di lui” [prós autón]. La radicalità della risposta è ulteriormente confermata dal verbo [apēlthomai] che significa lasciare o allontanarsi e fa pensare ad una persona che parte per andare a vivere altrove. Gesù diventa la sua nuova casa. Se non siamo pronti a lasciare, non diventiamo mai apostoli. Non possiamo dire di stare con Gesù se il cuore resta altrove. Oggi chiediamo la grazia di metterci con totalità, anima e corpo, a servizio del Vangelo. La chiediamo anzitutto per coloro che hanno ricevuto la responsabilità di guidare il popolo di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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