
Tornare sui banchi di scuola
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dagli Atti degli Apostoli (At 9,1-22)
In quei giorni, Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda. C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?». Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.
Il commento
“Mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo” (9,3). Saulo era ancora giovane ma aveva idee molto chiare oltre ad avere un ottimo curriculum vitae et studiorum. Dal punto di vista della fede si presenta così: “Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile” (Fil 3, 5-6). Quanto alla preparazione, aveva frequentato l’accademia più prestigiosa di Gerusalemme: “formato alla scuola di Gamaliele nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri” (At 22,3). Insomma, un giovane che avrebbe certamente fatto carriera. E difatti, il racconto degli Atti lo presenta come un uomo di fiducia del Sommo sacerdote (9,2). Questa carriera s’inceppa mentre, sospinto dalla fede, andava a Damasco. Non ci risulta che avesse dubbi, non pare che fosse in crisi. Quel giorno fece un incontro che cambiò per sempre il corso degli eventi. Prima la luce e poi una misteriosa voce lo costringono a guardare con occhi nuovi la realtà: quel Gesù che egli considerava un impostore gli parla e gli chiede di mettere da parte ogni arroganza: “entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare” (9,6). Saulo pensava di aver capito tutto, pensava di aver già conquistato il diploma. E invece comprende che deve ricominciare daccapo. Deve tornare sui banchi di scuola. Quel giorno inizia una nuova avventura che farà di Saulo il più grande apostolo della Chiesa.
Sulla via di Damasco Saulo ha imparato che, nel suo nucleo essenziale, la fede non è una conquista dell’intelligenza ma una luce improvvisa che viene da Dio. Non tutti sanno riconoscere la luce perché non tutti cercano la verità. Non tutti sono disposti ad accogliere la luce perché non tutti sono così umili da riconoscere di non poter far nulla senza Dio. Per accogliere la grazia dobbiamo farci piccoli, coltivare il senso del nostro niente. Oggi recitiamo lentamente, per noi e per gli altri, la sequenza dello Spirito Santo: “Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce…”.
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