Marcia per la Vita

“Ogni bambino porta in sé la maestosità della creazione di Dio”

Marcia per la Vita

di Chiara Chiessi

Come in ogni famiglia è necessario ritrovarsi e stare insieme per farsi forza a vicenda, così anche per i pro life: bisogna ritrovarsi almeno una volta insieme nella piazza pubblica con uno scopo comune. L'occasione sarà la Marcia per la Vita di Roma del 23 maggio.

“I giovani sono il cuore della March for Life. Ed è la vostra generazione che sta facendo dell’America la nazione pro-famiglia, pro-vita. Il movimento pro vita è guidato da donne forti, incredibili leader della fede e studenti coraggiosi che portano avanti l’eredità dei pionieri davanti a noi che hanno combattuto per sollevare la coscienza della nostra nazione e difendere i diritti dei nostri cittadini. […]

 Quando vediamo l’immagine di un bambino nel grembo materno, vediamo la maestosità della creazione di Dio. Quando teniamo un neonato tra le braccia, conosciamo l’amore infinito che ogni bambino porta in una famiglia. Quando guardiamo crescere un bambino, vediamo lo splendore che si irradia da ogni anima umana. […]

Oggi, milioni di donne straordinarie in tutta l’America stanno usando il potere dei loro voti per lottare per il diritto in forza del quale tutti i loro diritti sono indicati nella Dichiarazione di Indipendenza – è il diritto alla vita. A tutte le donne qui oggi, la vostra devozione e la vostra guida elevano tutta la nostra nazione e vi ringraziamo per questo”.

24 gennaio 2020: di certo questa data ha rappresentato per tutto il mondo pro life, specialmente quello americano, un momento storico. È stato il giorno in cui il primo Presidente americano, Trump, ha partecipato alla Marcia per la Vita, l’evento che annualmente si svolge a Washington e che vede scendere in piazza più di 500.000 persone di tutte le età, estrazioni sociali e religioni. Tutte accumunate dallo stesso intento, cioè quello di difendere la vita più fragile.

Leggi anche: L’aborto, la più terribile negazione dell’altro. Come vincere l’indifferenza?

L’80% dei partecipanti alla Marcia americana è costituito da giovani e studenti: un segno concreto che la prossima generazione che si affaccerà a dirigere il Paese sarà pro life. Ciò dimostra che 40 anni di cultura pro vita hanno lasciato il segno nei millennials americani e che si può ben pensare di rovesciare la storica sentenza che ha introdotto l’aborto nel continente americano, la “Roe vs Wade”. Nel discorso sul palco, il Presidente americano ha ricordato il potere dei giovani. Ha detto – come a suo tempo disse anche San Giovanni Paolo II – che i giovani sono il centro di tutto, leader indiscussi della March for Life.

Ma fondamentali sono anche le tante donne che con la loro fortezza e perseveranza hanno guidato e stanno guidando la società verso il riconoscimento del diritto alla vita. Come non pensare, a riguardo, alla storica fondatrice della March for Life, Nellie Gray, morta all’età di 88 anni, che da brillante avvocato decise di lasciare la carriera per dedicarsi al pro life?

In un’intervista televisiva, una volta disse: “È stato un grande shock pensare che chiunque avrebbe potuto uccidere un essere umano innocente. Il fatto di aver permesso l’aborto si oppone al carattere di una nazione che ha recentemente approvato le leggi sui diritti civili e che ha aiutato, nel processo di Norimberga, a condannare i nazisti per i crimini contro l’umanità”.

Nellie Gray, così come le migliaia di pro vita in tutto il mondo, aveva capito che vale la pena, ed è necessario, difendere ogni vita. Non solo perché è moralmente ed eticamente giusto nei confronti di quel bambino che non ha voce, ma anche perché, quello stesso bambino, ha un’anima ed è stato creato ad immagine di Dio. Per rispetto dunque a Dio ed alla nostra stessa vita, dobbiamo fare altrettanto e preservare anche le vite degli altri.

Ogni bambino ci ricorda inoltre la maestosità della creazione di Dio. E l’aborto la distrugge, oltre a distruggere l’esistenza della madre. Ringraziamo dunque la Provvidenza per il dono di un così vasto popolo pro life, con la speranza che anche da noi in Italia si possa arrivare a numeri così alti. Intanto noi facciamo il meglio che possiamo per testimoniare la Vita, ciascuno nel proprio ambito.

E come in ogni famiglia è necessario ritrovarsi e stare insieme per farsi forza a vicenda, così vale anche per i pro life: bisogna ritrovarsi almeno una volta insieme nella piazza pubblica con uno scopo comune.

L’occasione sarà la Marcia per la Vita di Roma, il 23 maggio, giunta ormai alla decima edizione, e che ogni anno si arricchisce sempre più di numero. Dobbiamo essere noi, come fanno ogni anno i giovani americani, a renderla più bella, più partecipata e più ricca delle migliaia di voci di persone diverse, ma in fondo con un legame tra di loro, perché come ebbe a dire Terenzio: “Sono un essere umano e nulla di ciò che è umano mi è estraneo”.




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