4 febbraio 2020

4 Febbraio 2020

Una fede audace

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5,21-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Il commento

Venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi” (5,22). la pagina evangelica racconta due eventi di guarigione che hanno per protagonisti due persone, un uomo e una donna, che hanno già superato la soglia della disperazione eppure non si sono ancora arresi. A volte abbiamo l’impressione di camminare da soli, sotto il peso di chissà quali eventi, pensiamo di non poter vincere quel destino crudele che si accanisce contro di noi, ci sembra di non poter fare di più di quello che abbiamo già fatto e poi… all’improvviso appare la luce. Questa luce ha un volto e un nome: Gesù di Nazaret. Non era scontato che un personaggio pubblico e autorevole come Giàiro andasse da Gesù, riconoscendo implicitamente il suo ruolo profetico. Peraltro si reca da Gesù quando ormai la figlia sta per terminare i suoi giorni. C’è ancora la speranza che si possa fare qualcosa. La sua è dunque una fede audace. Audace anche la fede della donna, affetta da anni da una malattia che sembrava indomabile: Se anche riuscirò a toccare le sue vesti, sarò salvata” (5,28). Non si tratta solo di un altro tentativo ma di una vera preghiera, fatta di gesti e non di parole. Gesù riconosce la bellezza di questa fede e risponde con generosità. Ci sono situazioni in cui l’orizzonte è totalmente cupo, senza spiragli. Eppure … Dio ama compiere i miracoli last minute. Quando dicono a Giàiro che la figlia è morta, è dunque inutile disturbare il Maestro, Gesù gli rivolge una parola che vale sempre e vale per tutti: “Non temere, continua solo ad aver fede!” (5,35). Dobbiamo chiedere questa fede: una fede che non viene meno non si scoraggia, non arretra nemmeno quando ad uno sguardo umano tutte le coordinate fanno pensare al peggio, resta come sentinella vigilante anche quando tutte le ragioni invitano a desistere. Certo, nessuno dice se e quando Dio risponde alla nostra supplica. Ma chi vive nell’attesa che Dio manifesti la sua luce, e non si stanca di chiedere la grazia di entrare nel deserto senza smarrire la meta, ha già vinto la sua battaglia. È questo il miracolo che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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