8 febbraio 2020

8 Febbraio 2020

Tornare alle origini

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Il commento

Gli apostoli […] riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato” (6,30). Il Vangelo parla a tutti ma oggi vorrei commentarlo avendo dinanzi agli occhi i presbiteri. L’esperienza missionaria è finita, i discepoli tornano carichi di entusiasmo. Hanno molte cose da raccontare. È il momento di una sosta rinfrancante, non solo per dare ristoro al corpo ma per custodire l’innocenza del cuore. “Venite in disparte” (6,31): Gesù non dice andate ma “venite”, sottinteso “con me”. Non li manda da qualche parte, li invita a stare con Lui. Quel venite contiene l’idea della sequela che ora viene rinnovata e approfondita. Vi sono situazioni in cui l’impegno apostolico diventa un dovere al quale non possiamo sottrarci. Ed è giusto. Ma non possiamo dimenticare che la radice del nostro essere è l’incontro con il Signore da cui tutto deriva. È Lui che ci manda ad annunciare il Vangelo, è Lui che ci chiede di servire i fratelli, è Lui che amiamo nei fratelli. “Per Cristo, con Cristo, in Cristo”: proclamiamo nella Messa, al termine della solenne preghiera eucaristica. Stare in disparte non significa ricaricare le batterie ma tornare alle origini,. Quando celebriamo l’Eucaristia o quando ci ritiriamo per gustare più intensamente l’intimità con Dio, diciamo al mondo che Cristo ci è necessario. È per noi un bene essenziale. In fondo è questo il primo annuncio. Il prossimo ha bisogno di tante cose, materiali e spirituali, ma prima di tutto ha bisogno di vedere che senza Cristo non possiamo fare nulla.

Padre santo, la tua Parola oggi c’insegna che c’è un tempo per andare e un tempo per rimanere, un tempo per parlare e un tempo per tacere. La tua Chiesa deve essere, al tempo stesso, orante e missionaria. Tu ci ricordi che non dobbiamo scegliere l’una a scapito dell’altra. Nella vita personale vi sono tempi in cui una dimensione può avere un’oggettiva prevalenza ma non al punto da negare l’altra. Ma Tu, Signore, sei la sorgente, in Te troviamo le ragioni del nostro vivere e le motivazioni del nostro andare. Donaci la grazia di custodire la preghiera per alimentare la carità, e accendere il fuoco della missione. Tu lo sai, nulla possiamo senza di Te.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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