9 febbraio 2020

9 Febbraio 2020

Essere è servire

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Il commento

Voi siete il sale della terra […] Voi siete la luce del mondo” (5, 13-14). La parola che Gesù rivolge ai discepoli segue immediatamente l’insegnamento delle beatitudini (5, 1-12) e deve essere letta come una sua ulteriore esplicitazione. Il Rabbì non offre una serie di precetti, un catalogo preciso delle cose da fare, ma svela ai discepoli la loro identità. Per questo insiste con il verbo essere: “voi siete” (5, 13.14). Agere sequitur esse, “l’agire segue l’essere”. Se non prendiamo coscienza della nostra vocazione non possiamo individuare le scelte da compiere. Al massimo ci limitiamo ad assumere alcuni impegni. Gesù non chiede ai discepoli di fare qualcosa, li invita ad essere, cioè a fare di tutta la vita, un segno fecondo e luminoso della Parola di Dio, un annuncio fedele di quello che Dio ha rivelato in Gesù Cristo. Le immagini non sono scelte a caso: sale e luce non hanno un valore estetico ma ministeriale. Il sale non è bello ma buono; la luce non suscita ammirazione ma riscalda e dona la possibilità di vedere. Essere sale significa fecondare la storia con la testimonianza del Vangelo. Essere luce vuol dire comunicare la verità che allontana le tenebre del dubbio e della paura. Gesù invita i discepoli a dare alla vita una forma missionaria. Sia pure secondo diverse modalità, sale e luce ricordano che la vita deve essere messa al servizio dell’umanità. Una provocazione sempre attuale perché la prima e più grande tentazione che accompagna la vita dell’uomo è quella di chiudersi in se stesso, amplificando o assolutizzando i suoi problemi, fino al punto da dimenticare gli altri. L’insegnamento evangelico ricorda che essere e servire sono intimamente intrecciati. Chi vive per se stesso rende inutile la sua vita, diventa come il sale che perde sapore o come una luce che si spegne. Essere cristiani è certamente una grazia ma deve essere anche vissuto come una responsabilità. Chi riconosce che Gesù è il Signore della storia percepisce anche la necessità di fare tutto il possibile per annunciare e testimoniare che solo Lui può dare fecondità ai nostri giorni.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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