
Il desiderio misura l’amore
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,14-23)
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Il commento
“Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola” (7,17). Prima risponde ai farisei (7, 6-13), poi spiega alla folla (7, 14-15). E infine offre ai discepoli un ulteriore approfondimento (7, 17-23). Sono i discepoli che chiedono spiegazioni, evidentemente quello che hanno ascoltato ancora non li soddisfa, vogliono comprendere il senso e il valore delle parole del Maestro. Il vero discepolo non è mai sazio, non si accontenta e non teme perciò di disturbare il Maestro. L’evangelista sottolinea che queste domande non sono rivolte in pubblico, davanti a tutti, ma “in una casa, lontano dalla folla” (7,17). In questo modo evidenzia che non si tratta solo di una conoscenza didattica ma di quel particolare approfondimento che nasce dall’incontro personale. La casa fa pensare all’intimità delle relazioni familiari. Chi vuole davvero capire, deve allontanarsi dalla folla del suo quotidiano per entrare nella casa di Dio. Solo così può ricevere quella luce che rende comprensibile la Parola.
Prima di soffermarci sulle parole di Gesù, dobbiamo chiederci sinceramente se registriamo in noi lo stesso desiderio dei discepoli di comprendere il Vangelo di Dio. Chi ama desidera conoscere, scrive Sant’Agostino. Il desiderio di Dio misura l’amore. Se Cristo è la verità, chi ascolta e accoglie la sua Parola trova la pienezza. Chi invece non si preoccupa di conoscere la Rivelazione di Dio, si chiude nel perimetro della ragione. In modo lapidario Giovanni Paolo II scrive: “L’uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo […] deve avvicinarsi a Cristo” (Redemptor hominis, 10). Chi rifiuta Dio, rinuncia a capire se stesso. Quanto tempo dedichiamo a cose inutili che non possono in alcun modo svelare il senso della vita. Abbiamo bisogno di riempire il cuore di Dio, essere costantemente rischiarati dal Vangelo, attingere forza dai Sacramenti. Abbiamo bisogno di Dio per imparare ad essere e a vivere come sui veri figli. È questa la grazia che oggi chiediamo.
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