Genitori

La maternità surrogata non è legale nel nostro Paese, ma a qualcuno sembra non interessare…

gravidanza

di Ida Giangrande

Il comune di Avio respinge la richiesta di iscrizione all’anagrafe per la figlia di due padri. La bambina è nata grazie all’utero in affitto. Quanto ci costerà tutto questo?

Il comune di Avio ha respinto la richiesta di una coppia di uomini di registrare una bambina come figlia di entrambi. Ovviamente la reazione di quelli che si definiscono “padri” della piccola, non si è fatta aspettare e sta sollevando un gran polverone. I due uomini hanno tentato di iscrivere la bambina all’anagrafe presentando il certificato di nascita e una domanda di iscrizione all’anagrafe stessa, come entrambi i genitori, ma hanno ricevuto un deciso rifiuto da parte del Comune.

Dopo un anno, ci hanno riprovato avvalendosi anche del supporto di un avvocato per chiedere l’iscrizione all’anagrafe con un solo genitore e il Comune, avrebbe risposto chiedendo un documento per attestare chi fosse il genitore biologico della piccola, cosa che avrebbe scandalizzato i due, secondo i quali la paternità non avrebbe nulla a che fare con i legami biologici.

“Esiste una normativa specifica che è quella a cui l’ufficio anagrafe fa appunto riferimento e che oggi declina le cose in maniera molto chiara – ha sottolineato il sindaco di Avio, Federico Secchi ai microfoni di Pro vita & Famiglia – tutta la questione, posto che sono sempre stato al corrente di come si è evoluta la vicenda, però, è stata seguita evidentemente dal responsabile del nostro ufficio anagrafe rispettando quello che la norma prescrive”.

“Alle accuse che rivolgono nei confronti del Comune rispondo solamente dicendo che, molto probabilmente conoscono poco la norma. Il Comune, ho già chiarito, non fa assolutamente nessuna discriminazione, non ci sono cittadini di serie A e di serie B, ma il Comune applica scrupolosamente in tutti i casi che gli vengono sottoposti, il rispetto della legge”.

Quando ho letto questa notizia la prima domanda che mi sono fatta è come sia venuta al mondo questa piccolina? Fecondazione eterologa e utero in affitto sono le risposte. Ovviamente nella vicenda non viene fatto nessun riferimento alla madre surrogata. Dopotutto a lei spettava solo il compito di sottoporsi al trattamento di fecondazione assistita, portare avanti il bambino nel proprio grembo per nove mesi e poi partorire per incassare una somma di denaro e quindi sparire. Il cuore salta qualche battito, lo confesso. Da donna e madre mi sento punta sul vivo. Un dolore acuto nel profondo della mia dignità. È legittimo desiderare un figlio quando ci si ama, ma diventa un sopruso quando pur di averlo sono disposto a fabbricarmene uno su misura, aprendo un mercato che fa dei bambini non ancora nati un prodotto da vendere e del corpo delle donne un mezzo da usare.

Non posso non ricordare i momenti immediatamente successivi alla nascita delle mie figlie. La paura e il dolore, la sensazione di non riuscire a controllare il tuo corpo, il coraggio di affrontare il parto quando capisci che siete tu e tua figlia in quell’attimo infinito, in cui tutto cambia. Poi il pianto disperato di chi ha perso l’unica casa che aveva e, infine, il primo incontro. Quel riconoscersi senza bisogno di parole, un linguaggio muto, pelle contro pelle, madre e figlio di nuovo insieme. Sono momenti preziosi che mi sono rimasti addosso come una seconda pelle. Un album dei ricordi che di, tanto in tanto, ancora sfoglio con le mie bambine. 

E adesso? Urleremo allo scandalo e tacceremo di omofobia il Comune di Avio solo per aver rispettato le legge italiana. Ma chi pensa a quanto possa costare sottrare la madre ad un bambino? Chi pensa a quanto possa essere mortificante e mortifero trattare la gestazione come si tratta uno scambio commerciale? E, infine, sfruttare la capacità delle donne di generare la vita non è forse una forma di prostituzione tra le più degradanti?




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.