
Il bene vince sempre
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,38-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Il commento
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente” (5,38). La legge antica aveva una sua ragionevolezza, chiedeva di rispondere al male con una proporzionata offesa (Es 21,24). Gesù invece offre una parola nuova che si presenta impegnativa e paradossale: “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio” (5,39). Il Maestro non chiede di subire passivamente il male né invita ad essere arrendevoli con chi lo compie. In fondo, non sarebbe neppure giusto. Custodire la vita e la salute è un dovere al quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci. Se ci troviamo dinanzi ad un nemico, abbiamo il dovere di allontanarci dal pericolo e/o fare di tutto per impedire di attuarla. D’altra parte, quando il bambino Gesù era minacciato da Erode, Giuseppe, avvertito in sogno, partì nella notte per mettere in sicurezza il bambino e la sua famiglia (Mt 2, 13-14). Gesù chiede di non rispondere al male con il male e di spezzare così alla radice la spirale della violenza. Egli propone un nuovo modo di pensare, invita a costruire relazioni umane e sociali fondate sul perdono, coltivando l’intima certezza che il bene vince il male, come scrive l’apostolo Paolo (Rm 12,21).
Una verità apparentemente scontata e tuttavia assai difficile da mettere in pratica. Spesso e volentieri il bene soccombe dinanzi alla prepotenza del male. Agli occhi del mondo sembra vinto, schiacciato dalla violenza. Chi crede sa che il bene, anche quello che apparentemente viene sconfitto, è come il seme gettato nella terra che germoglia e produce frutto (Gv 12,24). Quando invece agiamo con violenza abbiamo l’impressione di aver frenato il male, in realtà lo abbiamo costretto a nascondersi. Appena possibile, ritornerà sulla scena e agirà con maggiore violenza. Gesù chiede ai suoi discepoli di scommettere sul positivo che c’è in ogni persona. Non dobbiamo dare al male l’ultima parola. Chi sceglie di camminare nella via dell’amore annuncia che è possibile vivere diversamente. Questa testimonianza eroica non sempre è capace di convincere il malvagio ma sostiene e fortifica il cammino dei giusti.
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