24 febbraio 2020

24 Febbraio 2020

Se manca la fede…

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,14-29)
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Il commento

Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto” (9,17). Questa scena dolorosa segue immediatamente quella luminosa del Tabor. Tra queste due pagine c’è un inestricabile intreccio. Sul monte risuona una voce misteriosa che parla di Gesù con queste parole: “Questi è il mio Figlio, l’amato; ascoltatelo!” (9,7). Dio appare avvolto nella luce della paternità. Scendendo a valle incontriamo un padre angosciato per il figlio ammalato, un uomo che ha fatto di tutto per guarire il figlio, senza riuscirvi. Nelle sue parole leggiamo tanto la disperazione quanto la fede: “se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci” (9,22). Quel Figlio amato è stato inviato proprio per ridare vita all’umanità e restituire ad ogni figlio dell’uomo la sua dignità. Tutto questo avviene ad una semplice condizione: “Ascoltatelo!”. A Lui dobbiamo ricorrere. Il padre del racconto evangelico si fida e proclama d alta voce la sua fede (9,24). È interessante sottolineare un dettaglio. Dinanzi a quell’uomo, che sperimenta la sua impotenza dinanzi ad un male che distrugge la vita del figlio, Gesù non si limita alla facile compassione, lo invita a chiedere con fede, una fede che non dubita nella potenza di Dio: “Tutto è possibile per chi crede” (9,23). Dinanzi al male la carità non basta, occorre la fede. Se non è ben radicata nella fede, la carità non ha la forza di affrontare il male e prima o poi finisce per ritirarsi. Al padre distrutto perché da lunghi anni segue le vicissitudini del figlio, Gesù chiede un cammino di fede. Non gli dice: non hai amato abbastanza. Non accusa gli altri: ti hanno lasciato solo! Lo provoca con una domanda: credi abbastanza?

Quante volte ci limitiamo a dare buoni consigli, non abbiamo il coraggio di additare mete più grandi, non sappiamo dire che solo il Signore dona la forza di guarire dal male che ci assedia. È triste un’umanità che pensa di affrontare la vita e di combattere il male contando esclusivamente sulle sue competenze e sulle sue forze. Come avviene in questi giorni in cui la fede sembra restare ai margini della storia, come una spettatrice.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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