25 febbraio 2020

25 Febbraio 2020

Cattivi pensieri

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Il commento

Partiti di là, attraversavano la Galilea…” (9,30). Questa scena è ambientata in Galilea. Ad essere ancora precisi, nei pressi di Cafarnao (9,33). Gerusalemme è ancora lontana, il conflitto con i farisei è piuttosto aspro ma non appare così violento. Per questo le parole di Gesù vengono accolte con imbarazzo (9,32). L’evangelista registra una radicale distanza tra l’insegnamento del Maestro e la comprensione dei discepoli. Il Rabbì parla della croce, i discepoli discutono sulla leadership del gruppo. È una cosa del tutto normale, in fondo anche noi dobbiamo constatare che siamo lontani dal mettere in pratica l’ideale evangelico. Il problema è un altro. I discepoli non si lasciano provocare dalle parole del Maestro, non solo sono distanti ma non vogliono neppure discuterle. La parola di Gesù non entra neppure nei loro pensieri, come se fosse un corpo estraneo. E difatti, quando Gesù chiede di cosa hanno discusso, non rispondono (9,34). Il loro silenzio manifesta l’imbarazzo ma anche una radicata chiusura. È un silenzio eloquente, come se gli dicessero: per favore, resta fuori, non t’impicciare di queste cose. Accade anche a noi: ogni giorno ascoltiamo la parola del Vangelo ma i pensieri viaggiano per altri lidi. C’è una sostanziale dicotomia tra quello che Gesù insegna e le scelte che strutturano la nostra vita.

Quando Gesù chiede ai discepoli di condividere con lui il dibattito interno al gruppo, non lo fa per rimproverarli ma per illuminarli. Non vuole lasciare spazio alla confusione, Lui sa che quando crescono le ombre, il maligno s’insinua più facilmente. Per questo vuole far emergere i pensieri, anche quelli più nascosti, per mettere fuori gioco quelli che sono in evidente conflitto con la sua proposta. Coltivare sogni irrealizzabili è un’ingenuità ma inseguire ideali sbagliati conduce su strade diverse e opposte al Vangelo. Oggi chiediamo la grazia di avere maggiore disponibilità per verificare onestamente le nostre scelte alla luce di Dio e compiere le modifiche necessarie per corrispondere alle sue attese.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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