
Un nuovo e più maturo eccomi
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Il commento
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso…” (9,23). È una delle parole più originali del Vangelo che contrasta con l’istintiva tendenza ad affermare se stessi. Dopo aver comunicato ai discepoli che la sua missione dovrà passare attraverso la sofferenza, chiede ai discepoli se sono disposti a seguirlo. Si rivolge a quelli che hanno già accolto la chiamata. Evidentemente chiede loro un nuovo e più maturo eccomi. All’inizio di ogni avventura siamo carichi di entusiasmo ma, quando l’orizzonte si oscura e appaiono le difficoltà, si fa strada la tentazione di tornare indietro. È quello il momento per rinnovare l’eccomi della fede. Non tutti sono disposti a farlo. Anzi, più d’uno prende le distanze, cercando e trovando le giustificazioni più ragionevoli per fermarsi a metà strada. Sono i cristiani della soglia, quelli che si fanno vincere dal dubbio e dalla paura.
Quando si parla della croce, pensiamo subito alla fatica della vita, alle sofferenze e alle mortificazioni, a tutte le incomprensioni che dobbiamo affrontare. Gesù invece annuncia che rinnegare se stessi è la prima tappa della via crucis. Calpestare l’orgoglio, riconoscere errori e debolezze, è la premessa per vivere la sequela. Chi cerca di bypassare questa tappa, si preclude il cammino. Gesù avverte che l’attaccamento a se stessi è il primo e il più grande ostacolo sulla via della vera realizzazione di sé. Se non impariamo a calpestare il nostro io, finiremo per calpestare gli altri; se non siamo disposti a soffrire per amore, faremo soffrire gli altri. Se non siamo pronti a portare la croce, diventeremo noi una croce per gli altri. Chi mette se stesso al centro della vita, chi vuole misurare tutto con le proprie esigenze, finisce per perdersi: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà” (9,24). Gesù propone di mettere Dio al centro della vita e chiede di misurare le scelte con le esigenze del Regno. È un orizzonte che conosciamo ma ogni giorno ci viene chiesto di dire un eccomi sempre più consapevole.
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