1 marzo 2020

1 Marzo 2020

Tempi di magra

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Il commento

Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame” (4,2). Un dettaglio non marginale. Chi sceglie di digiunare deve sapere che prima o poi sentirà i morsi della fame. Chi sceglie di amare deve sapere che non incontrerà solo persone pronte a ricambiare il bene ricevuto. Chi sceglie di servire deve mettere in conto anche l’ingratitudine. In quel momento, proprio allora e non prima, accade quello che Gesù ha sperimentato nel deserto: “Il tentatore gli si avvicinò e gli disse…” (4,3). Il maligno entra in gioco quando il Nazareno sperimenta la fame, quando si trova nel bisogno. Vi entra con delicatezza e amorevolezza, lo sollecita a darsi da fare perché, lo dice sottovoce, non può contare su nessun altro. In fondo, per uno come lui trasformare le pietre in pane è un gioco da ragazzi. La pensano così quelli che credono di poter risolvere i problemi della vita senza dover chiedere niente a nessuno. Nemmeno a Colui che abita i cieli.

Nella vita di ciascuno ci sono i tempi di magra, arrivano all’improvviso e quasi sempre ci trovano impreparati. Quando ad esempio, dopo aver accettato gli impegni e la fatica, ci accorgiamo che non è servito a nulla, ci sembra di aver perso tempo e di non avere più la forza per ricominciare. In questi casi, si fa strada la tentazione di rinunciare oppure, ancora più seducente, s’insinua il pensiero di prendere una scorciatoia più comoda e, almeno in apparenza, più sicura. La voce del maligno si confonde con quella dei desideri. Siamo noi a scegliere ma è una libertà alterata dal bisogno. Il Tentatore sa come e quando intrufolarsi nel labirinto della mente e nelle pieghe del cuore per seminare dubbi e paure. La sua parola sembra un invito alla responsabilità, in realtà suggerisce all’uomo di fare a meno di Dio e gli chiede di inseguire i suoi legittimi obiettivi senza Dio e contro Dio. Molti oggi pensano che il maligno sia solo un’immagine, una specie di proiezione del male. La Chiesa invece insegna che “il diavolo non è un simbolo, ma una persona reale” (Papa Francesco, 4 maggio 2013). Oggi chiediamo la grazia di essere più vigilanti e di verificare ogni scelta con la Parola di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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