6 marzo 2020

6 Marzo 2020

Parole scomode

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Il commento

Avete inteso che fu detto agli antichi … Ma io vi dico” (5,21). Non si tratta solo di una suggestiva formula letteraria ma è la porta d’ingresso del suo insegnamento. Gesù non si presenta come un Rabbì che parla con autorità ma come il Profeta che viene a compiere la storia di Dio. Non si limita a interpretare la Legge ma dichiara apertamente di voler allargare l’orizzonte di quella parola antica che Israele aveva ricevuto da Dio. Prima di leggere attentamente la proposta dobbiamo chiederci se siamo disposti veramente a dar credito al Signore. La risposta non è affatto scontata. Tante volte, non solo tra i battezzati ma anche tra preti e suore, leggo uno sguardo devoto e… scettico. Per la serie: quello che dice il Signore è giustissimo, ci mancherebbe ma… dobbiamo tener conto di… non possiamo fare a meno di…  E così la parola di Gesù viene annacquata nel mare delle nostre parole. Con la scusa di interpretare la Parola, finiamo per nascondere la sua forza rivoluzionaria. C’è poi un altro errore, ancora più diffuso nella comunità dei battezzati: diamo fiducia a Gesù solo quando ci conviene, quando cioè la sua proposta corrisponde alle nostre attese; ma non siamo davvero disposti ad accogliere le sue parole quando diventano scomode o quando propongono traguardi che appaiono ai nostri occhi troppo impegnativi. La Parola di Dio viene spesso misurata con la cultura mondana e le emozioni del cuore.

Ed è proprio il caso del Vangelo che oggi abbiamo proclamato. Leggiamo infatti: “Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio” (5,22). Le parole sono chiare ma possiamo renderle ancora più efficaci. Gli altri vi dicono che non dobbiamo dare fiducia al prossimo ma io vi dico: la comunione fraterna è un ideale da perseguire sempre e a tutti i costi, nessuno deve offendere o giudicare il fratello, anzi vi comando di fare attenzione alle parole che usate. È solo il primo gradino di una proposta che cambia il modo abituale di pensare. Vieni, Spirito Santo, e donaci la necessità docilità per fare della Parola l’unica luce del nostro cammino.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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