
Se siamo figli…
di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,36-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Il commento
“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (6,36). L’insistenza sulla comunione fraterna rappresenta il cuore di un autentico cammino di conversione. Gesù chiede ai discepoli di esercitare una carità che si misura con la fede e non con i fragili e mutevoli sentimenti che agitano il cuore dell’uomo. Per questo chiede di assumere la misericordia del Padre come criterio di misura. A Lui solo dobbiamo guardare. È importante sottolineare che l’esortazione è sostenuta dal verbo ghínomai che significa diventare. Si tratta dunque di un cammino interiore che genera una graduale trasformazione del cuore. La carità nasce dalla contemplazione di Dio: quanto più siamo immersi in Dio tanto più possiamo rivestire la nostra vita con quella carità che viene da Lui. Dio è fuoco che infiamma chiunque si accosta con fede. Preghiera e carità sono e rimangono strettamente intrecciate. Se manca l’intima unione con Dio, la carità resta una pia intenzione.
In questo brano Gesù non parla genericamente di Dio ma lo presenta con l’appellativo di Padre che, nel Vangelo di Luca, appare qui per la prima volta. Per rafforzare quest’immagine inserisce anche il pronome: Padre vostro. La paternità di Dio diventa dunque il nuovo e impegnativo criterio di misura della comunione fraterna. Tutto inizia e assume una forma dalla nostra relazione con Dio. A partire da Lui possiamo comprendere e misurare gli altri precetti. Gesù chiede una carità audace. Sapendo di poter contare sulla Provvidenza del Padre, i figli possono mettere in campo anche i progetti più arditi. È Lui che dona la grazia di non chiuderci nella durezza dei nostri giudizi ma di guardare tutto e tutti con benevolenza. Accogliendo il suo amore possiamo vincere l’indifferenza ed esercitare nei confronti dei fratelli la sua stessa compassione, quella che Gesù ha rivelato nel momento più drammatico: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Con lo sguardo rivolto al Crocifisso, oggi chiediamo perdono per le mancanze di carità che hanno nascosto il volto misericordioso di Dio.
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