12 marzo 2020

12 Marzo 2020

Senza più ombre

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».

Il commento

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti” (16,19). Il ricco appare come un uomo senza nome e senza volto, un uomo che sembra scomparire nelle vesti raffinate e nei banchetti sontuosi, può essere identificato con i beni che possiede. Ma i beni sono destinati a consumarsi e chi vive dei beni consuma inutilmente la sua vita. È bello invece sottolineare che il povero ha un nome e un volto: “Un povero, di nome Lazzaro…” (16,20). Una tale situazione è oggettivamente ingiusta, uno dei segni visibili del peccato che dimora nel cuore dell’umanità. Ma l’evangelista non vuole suscitare una reazione morale contro le diverse forme di sperequazione sociale, a lui interessa piuttosto annunciare che nella luce di Dio tutto viene capovolto: il povero è privo di tutto ma è rivestito di dignità, non ha niente ma può contare sull’amore di Dio. Agli occhi del mondo resta un disgraziato; ma quando i giorni dell’esistenza saranno compiuti e Lazzaro si troverà dinanzi a Dio, la verità risplenderà senza più quelle ombre che avvolgono la vicenda umana.

Questa certezza non deve giustificare l’ingiustizia né deve farci guardare con rassegnazione alla povertà disumana in cui si trovano tante persone. Ma non è questo il focus della parabola evangelica. Una lettura sociologica e un’esortazione etica sono riduttive. L’evangelista vuole dire piuttosto che la dignità dell’uomo non dipende dai suoi beni né dal suo status sociale, oggi così ricercato. Non basta dunque riempire la vita di beni materiali ma non basta neppure impegnarsi per una più giusta distribuzione dei beni. L’uomo ha bisogno di altro, ha bisogno di sapere di essere amato da Dio. È questo che gli dona una dignità che non si consuma ma risplenderà nella luce senza tramonto. Ha bisogno di sapere che la vita non si misura solo con i giorni e con gli anni ma con l’eternità che Dio dona a coloro che egli ama. Oggi chiediamo che questa certezza abiti il nostro cuore e ispiri pensieri e azioni.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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