Restiamo Umani

Messaggi dalle corsie: “Restate a casa!”

Simona Marmenti

A cura della Redazione

L’Azienda Sanitaria Usl di Piacenza ha pubblicato sulla sua pagina Facebook alcuni messaggi di medici e infermieri. Unanime l’appello: “State a casa. Aiutateci ad aiutarvi”.

“Erano solo 3-4 giorni che non entravo in quel reparto e, credetemi, sono rimasta davvero colpita”. Lo racconta Silvia Barbieri, dell’ufficio marketing e comunicazione dell’Azienda Sanitaria Usl di Piacenza che ha avuto l’idea di pubblicare sulla pagina Facebook dell’Azienda, i video messaggi di chi se la sente di parlare, un canale che si sta utilizzando anche per raccogliere le donazioni di chi vuole contribuire alla lotta contro il virus. “Non c’è confusione o panico. Avvolti nelle loro tute bianche, con mascherine e visiere, gli operatori non sono fermi un attimo” spiega l’addetta stampa, sottolineando che “tutto procede a ritmi elevati ma è organizzato, rassicurante. Quello che colpisce sono le persone, tante, troppe, che sono lì”. Arrivano fino a quaranta persone con la polmonite ogni giorno. Queste sono le ultimissime medie. 

Ci sono letti nelle sale d’attesa, in ogni spazio utilizzabile. “Capiamoci – spiega – non per disorganizzazione, ma per fare spazio a tutti. Nessuno di noi ha mai visto una cosa simile. Gli operatori si sono scritti il nome a pennarello sulle tute, per potersi riconoscere”. Ecco perché si è deciso di far parlare i medici senza violare quei luoghi così delicati, pieni di persone fragili e attaccate al respiratore.

Roberta Re è una coordinatrice infermieristica dell’ospedale, ma è anche una donna che ha appena perso un amico. “Vi prego, state in casa – è il suo appello – perché la situazione è molto grave. Ho perso anche un amico di 59 anni. Aiutateci ad aiutarvi”. Toccante anche la testimonianza di Andrea Vercelli, medico del Pronto soccorso. “Per quanto sia giusto che non ci sia il panico tra la gente – spiega – è bene sapere che quello che stiamo vivendo non è una normale influenza, perché stiamo ricevendo almeno 40 polmoniti al giorno in Pronto soccorso”. Sono persone che devono fare l’ossigeno. Molte di queste, che fino al giorno prima stavano bene, adesso si trovano in una condizione di pericolo di vita. Per questa ragione Vercelli invita a limitare i contatti ed evitare di stare vicino a persone che hanno sintomi respiratori. “Anche sintomi gastro-intestinali, tipo vomito e diarrea – sottolinea – possono essere espressione della malattia. Bisogna cercare di tenersi a distanza di sicurezza dalle persone potenzialmente affette le persone affette, che non necessariamente devono venire in Pronto Soccorso”. Qui, infatti, vengono trattenuti solo i pazienti che hanno necessità di fare l’ossigeno. “Le altre – spiega il medico – le rimandiamo a casa, dopo aver dato le raccomandazioni del caso. Cercate di stare attenti, la situazione è molto molto pesante”.

Diversi i messaggi degli infermieri, come Simona Marmetti, che suggerisce poche e chiare regole: “State a casa il più possibile, lavatevi le mani e mantenete le distanze di sicurezza. È utile per il bene di tutti”. E c’è anche quello di Cristina Vedovelli. “Questa mattina – racconta – mia mamma mi ha telefonato è ha detto che aveva due linee di febbre e a me è venuta un po’ di angoscia”. La prima cosa che ha le ha detto, però, è stata: “Mamma, stai a casa. Perché hai 75 anni, stai bene, ma sei una persona a rischio. Tutti voi dovete stare a casa, lo dico a voi come l’ho detto alla mia mamma”. Un invito condiviso anche da Cristian Sorrentino, infermiere del 118, che conferma: “È un momento molto complicato, ce la stiamo mettendo tutta”.




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